RENDE (CS) – E’ morto questa mattina a Milano l’architetto Vittorio Gregotti. 92 anni, Gregotti era ricoverato da giorni all’ospedale San Giuseppe di Milano in seguito alle conseguenze di una polmonite da coronavirus.
Boeri: «Ha fatto la storia della nostra cultura»
Saggista, critico, docente, editorialista, di lui ha detto in queste ore Stefano Boeri, presidente della Triennale: «Uomo delle istituzioni, che – restando sempre e prima di tutto un architetto – ha fatto la storia della nostra cultura. Concependo l’architettura come una prospettiva sull’intero mondo e sulla intera vita». Tra i suoi numerosi interventi si ricordano la risistemazione di Potsdamer Platz a Berlino, i progetti del Teatro degli Arcimboldi a Milano, del Gran Teatro Nazionale di Pechino. e della Chiesa di san Massimiliano Kolbe, a Bergamo.
Il ricordo del Rettore dell’Università della Calabria
Gregotti ebbe anche un ruolo importante per la nascita dell’Unical. Il suo progetto, infatti, vinse nel 1974, tra i 67 che parteciparono, il bando per il concorso internazionale per la sede dell’Università degli Studi della Calabria. Fu il primo bando per la realizzazione di una università residenziale a struttura dipartimentale in Italia. Alla fine di un lungo iter burocratico, l’allora rettore Beniamino Andreatta affidò a Gregotti i lavori.
«Ho appreso con grande tristezza la notizia della scomparsa di Vittorio Gregotti, un grande architetto al quale l’Università della Calabria deve molto» ha dichiarato il rettore dell’Unical, Nicola Leone, commentando la scomparsa del maestro dell’architettura del Novecento.
«La sua idea di antropogeografia – commenta il rettore Nicola Leone – è alla base del suo progetto, con un asse centrale di oltre tre chilometri a fare da collante tra le “colline” dei cubi, calato perfettamente nel paesaggio di Aracavacata. Il ponte ha caratterizzato da sempre l’identità visiva dell’Unical, tanto da divenire il logo della nostra università».
«L’idea progettuale di Gregotti – afferma ancora il rettore Leone – è strettamente connessa a quella di campus che è l’essenza stessa del nostro ateneo, un luogo di interscambio, in cui si incontrano discipline e culture diverse, in cui gli studenti non solo studiano, ma vivono un’esperienza universitaria totale, di formazione e socialità». «La scomparsa di Gregotti capita, purtroppo, – conclude Leone – in un periodo in cui quella socialità, che è l’humus del nostro campus, ci è preclusa per motivi di emergenza sanitaria. Ma proprio quell’assenza ci fa ricordare la sua importanza, nella speranza che quel ponte disegnato da Gregotti, sul quale hanno transitato migliaia di giovani che all’Unical hanno costruito il loro futuro, possa tornare presto ad essere animato, con maggiore consapevolezza dell’importanza della condivisione e della solidarietà, nonché con una rinnovata voglia di camminare e crescere insieme».
Il cordoglio del sindaco di Cosenza Mario Occhiuto
Anche il Sindaco Mario Occhiuto ha espresso profondo cordoglio per la scomparsa di Gregotti. «Con Vittorio Gregotti – ha sottolineato il Sindaco Occhiuto nel suo messaggio di cordoglio – scompare uno degli esponenti di maggior spicco dell’architettura italiana ed internazionale. Fine urbanista,instancabile progettista e grande innovatore, Gregotti – sottolinea il Sindaco Occhiuto – ha legato il suo nome a tantissime realizzazioni, in Italia e nel mondo: chiese, musei, stadi, teatri e tanto altro ancora. Per noi calabresi il suo nome richiama la progettazione dell’Università della Calabria per la quale, in questo triste momento, ci sentiamo di esprimere i nostri sentimenti di gratitudine e di eterno apprezzamento». E ancora: «Il progetto di Gregotti per la nostra Università si affermò per la sua originalità, ma anche per la sua portata innovativa, in quanto capace di riflettere una nuova organizzazione per dipartimenti sperimentata per la prima volta in Italia».
Il ricordo del sindaco di Rende Manna e dell’assessora alla cultura e all’università di Rende Marta Petrusewicz
«Se ne è andato uno dei più grandi urbanisti del novecento: Vittorio Gregotti ha, con la sua opera ridisegnato lo spazio architettonico». A dirlo in una nota stampa il sindaco di Rende Marcello Manna che, nel ricordare chi immaginò per primo il campus universitario di Arcavacata, ha affermato: «Gregotti ha avuto la capacità di sguardo teso alla città del futuro. L’iconico ponte sulla quotidianità del campus è stato ed è icona bifronte di modernizzazione del tessuto rurale che all’epoca circondava l’Università della Calabria». «È nostro compito ora -ha concluso il primo cittadino- preservarne la memoria e l’opera dell’architetto guardando anche noi al futuro, rilanciando la sua idea, allora pionieristica, di smart city quale uniucum tra città e campus che si snoda sulla valle del Crati».