COSENZA – Siamo tutti dei nodi multiformi e cangianti che si muovono nella rete, non solo quella virtuale dei social network ma anche quella della vita reale fatta di incontri, scontri e relazioni face to face. Siamo delle isole nella rete e grazie a dei fili invisibili ci spostiamo continuamente per comunicare con gli altri individui e costruire, così, la nostra identità. L’identità e ciò che contraddistingue e sorregge ogni individuo e si viene a delineare grazie all’incontro/scontro con l’altro da sé, con il diverso.
È su questa tematica che ruota l’intero progetto presentato, questa mattina, al Teatro dell’Acquario e denominato “Islotes en Red” ovvero “Isole nella rete” (per il programma completo www.teatrodellacquario.com). Si tratta di un progetto finanziato dal Programma Cultura della Commissione europea e ha lo scopo di mettere in comunicazione diverse compagnie teatrali, diverse isole che si incontrano e mettono in scena le differenze che intercorrono tra le varie culture utilizzando, però, lo stesso mezzo: l’arte. È un progetto che coinvolge Spagna, Germania, Portogallo e Italia, una collaborazione continua e prolifera che ha dato vita all’Island on the net festival che, al Teatro dell’Acquario, si svolgerà dal 24 Novembre al 16 Dicembre con la messa in scena di quattro diversi spettacoli non solo di prosa ma anche di teatro-danza. Il progetto prevede anche dei workshop per far sì che il pubblico da passivo spettatore si trasformi in fruitore attivo e divoratore di cultura, quattro diversi incontri che, in base agli spettacoli in programma, vedranno coinvolti, in diverse giornate, spettatori, drammaturghi, scrittori e danzatori. Il workshop è compreso nel prezzo del biglietto; 6 euro l’intero e 4 euro il ridotto per gli alunni delle scuole di danza e per gli studenti del Dams dell’Università della Calabria.
La conferenza è stata aperta dall’impetuoso Antonello Antonante che tra battute ed aneddoti vari ha rimembrato “l’importanza del concetto di rete, una rete collaborativa che richiama internet ma anche il teatro che mette in scena le relazioni e recupera la sensorialità”. La parola è poi passata al “virtuale” Mario Caligiuri, Assessore regionale alla Cultura che, non potendo essere fisicamente presente per impegni istituzionali, ha deciso ugualmente di intervenire con una videochiamata su skype dando, senza volerlo, la dimostrazione di quanto il viaggiare nella rete sia ormai di vitale importanza. Un breve ma sferzante intervento quello dell’Assessore che ha ribadito “La cultura unisce e noi stiamo celebrando il teatro, dobbiamo trasformarci da terra che importa a terra che esporta la cultura” e poi una promessa strappata e speriamo non dettata da un impulso del momento “il Centro Rat” – continua Caligiuri – “è una realtà importante e significativa per Cosenza e per la Calabria e, come membro della Giunta Regionale, dichiaro che è possibile diventare partner di tutti i progetti che l’Acquario vorrà sperimentare”. La conferenza si è poi conclusa con le parole erudite dell’Assessore alla Formazione Civica al Comune di Cosenza, Marina Machì soffermatasi volutamente sulla tematica dell’identità, un concetto che, dal suo punto di vista, è per definizione cangiante grazie alla figura dell’altro che permette il cambiamento e garantisce il movimento piuttosto che la staticità. È proprio la necessità di specchiarci nello sguardo dell’altro che ci rende delle isole anomale, delle isole che ricercano terre vicine da esplorare e che, pian piano, si trasformano in penisole desiderose del diverso da sé.
La conferenza è stata anche una ghiotta occasione per “brindare” all’impegno e alla devozione profusa da coloro che portano avanti il teatro e i suoi progetti, l’Acquario è ormai diventato il luogo in cui l’amore per il sapere regna sovrano, una piccola realtà nel centro cosentino che apre spiragli per giovani e meno giovani che, ormai stanchi dell’eccessiva futilità, cercano riparo nella cultura. Una realtà, quella dell’Acquario, purtroppo misconosciuta dall’ente Regionale e che spera nella promessa dell’Assessore Caligiuri per poter, finalmente, veder ripagati i propri sacrifici e riconosciuti i propri meriti.
Annabella Muraca