Espressioni incuriosite, a tratti sbalordite, colte di sorpresa da quello che sarebbe potuto essere un flash mob a tutti gli effetti, quelle dipinte sulle facce dei presenti la scorsa notte nel parcheggio dell’Aula Magna dell’Unical. Un brusio, l’attesa di un’esibizione teatrale “tradizionale” interrotti dalla marcia silenziosa e un tantino “polverosa” messa in scena dai giovani partecipanti al progetto The Shadow Monsters, ospite d’eccezione della prima delle tre Notti Bianche Unical.
La piazza si stava man mano riempiendo di folla, quando dall’Aula Magna sono usciti con andamento ritmato ma pacato e silenzioso, i ragazzi che, con in mano grosse scope, hanno lentamente invaso il parcheggio. Un silenzio rotto solo dal suono della campanella della capofila Maria Scalese, coordinatrice del gruppo, che serviva a scandire i diversi momenti della presentazione.
Curiose coreografie, fatte solo del movimento della marcia o dall’oscillazione delle grosse scope di paglia portate dai ragazzi quasi fossero un gonfalone, simbolo di un messaggio che va ben oltre il semplice momento di intrettenimento. «Spazziamo via le ombre e la paura che il buio dell’ombra porta con sé» ci spiega uno dei giovani partecipanti all’esibizione, disvelandoci la metafora racchiusa in quel curioso “corteo” che per circa un’ora ha movimentato la piazza insinuandosi tra il pubblico, attirando l’attenzione dei presenti che intanto si lanciavano nelle più disparate interpretazioni di quell’inaspettato spettacolo.
Questo l’originale e suggestivo atto finale del progetto The Shadow Monsters curato anche quest’anno dal CIFA centro RAT del Teatro dell’Acquario, nell’ambito piano di finanziamenti europei Youth Action 1.1, in collaborazione con l’associazione lituana “Svajoklio projektai“ (The Dreamers), e il circolo culturale polacco Powiatowy Młodzieżowy Dom Kultury, che ha visto giovani provenienti da tre diversi paesi europei impegnati in un laboratorio teatrale, momento di integrazione e crescita culturale, per la costruzione di un sentimento di cittadinanza europea a 360°. I giovani impegnati nel progetto hanno trascorso insieme, 24 ore su 24, circa dieci giorni, impegnandosi nello sviluppo artistico di un tema, che quest’anno era quello dell’ombra, intesa come “paura di qualcosa che non conosciamo” e che per questo tendiamo ad allontanare. E allora la paura incarnata nella xenofobia, nel sessismo, nel classismo e in tutto ciò che, al di fuori della nostra completa razionalizzazione, noi tendiamo ad rifiutare in quanto “diverso” da ciò che ci è consono e familiare.
Paura, un sentimento spazzato via – assieme alla polvere del parcheggio dell’Aula Magna dell’Unical – dall’ entusiasmo dei ragazzi impegnati nell’esibizione.
Giovanna M. Russo