11 GENN 2012 – Dopo una breve pausa dalla prosa dovuta alle vacanze natalizie e ai concerti appositamente realizzati per queste feste, ieri 10 Gennaio, il pubblico è ritornato a teatro ed è stato accolto dall’opera di Pirandello “Uno, nessuno e centomila”.
E’ il secondo titolo della stagione di prosa del teatro “A. Rendano”, curata dalla responsabile artistica Isabel Russinova che ha scelto di incentrare l’intera stagione sulla figura della donna.
Lo spettacolo è stato messo in scena dalla compagnia “Krypton” di Firenze diretta dal regista cosentino Giancarlo Cauteruccio, reduce dal grande successo ottenuto, con lo stesso spettacolo, al teatro “La Pergola” di Firenze.
Vitangelo Moscarda, protagonista del romanzo pirandelliano, è stato interpretato dall’ eccezionale Fulvio Cauteruccio che, alternando momenti di comicità a sprazzi di esaltazione e di incontrollata follia, è riuscito in pieno a materializzare lo stato d’animo del banchiere.
Quest’ultimo, dopo la completa dissoluzione della sua identità, inizia a compiere atti inusuali e insensati che lo fanno sprofondare sempre di più nel baratro della disperazione facendogli rischiare, tra l’altro, l’interdizione.
Moscarda, detto anche Gengè, entra in uno stato di crisi profonda dopo che Dida, sua moglie, gli fa notare un piccolo difetto che lo caratterizza: il naso storto, pendente leggermente verso destra.
E’ da questo momento che Moscarda inizia a fare i conti con se stesso e con tutte quelle voci che vivono dentro di lui, quest’ultime, nello spettacolo, sono state riprodotte dalle voci fuori campo di Irene Barbugli, Roberto Gioffré, Riccardo Naldini, Carlo Salvador e Tommaso Taddei.
Il protagonista è stato affiancato da due attrici: Laura Bandelloni, sua compagna a teatro e nella vita, che ha interpretato discretamente la moglie Dida; donna leggera e frivola, completamente assorbita dalla classica vita borghese fatta di paillettes e lustrini e da Monica Bauco nel ruolo dell’amante Anna Rosa.
La Bauco è stata magnifica nella sua interpretazione; sciolta, naturale, equilibrata e coinvolgente nonostante la complessità del suo personaggio e la posizione scomoda e costrittiva in cui ha recitato, era infatti immersa fino alla vita in un buco ricavato al centro di un letto.
Anna Rosa, alter ego di Vitalgelo Moscarda, è risultata essere molto simile al personaggio Winnie di “Giorni Felici” di Beckett, è proprio per questo che si è parlato di un “Pirandello in Beckett”.
Alla rappresentazione ha partecipato anche un’attrice speciale la “cagnetta da salotto” Bibì, una tenera cagnolina maculata.
La scenografia, firmata da Loris Giancola e resa un “non luogo” grazie ai giochi di luce di Claudio Signorini, è apparsa come un ambiente incorporeo e metafisico abitato da voci e oggetti mobili: delle sedie, uno specchio, dei woofer (altoparlanti) che hanno permesso la materializzazione delle voci off, un carrello che per tutto lo spettacolo ha trasportato Dida e, infine, il continuo girare su se stessa di Anna Rosa con lo scopo di simboleggiare la perenne circolarità del tempo.
Il teatro non era particolarmente gremito, ma a sopperire questa mancanza è stata, certamente, la cospicua partecipazione dei giovani molti dei quali, alla fine dello spettacolo, si sono avvicinati a Giancarlo Cauteruccio che questa sera replicherà alle 20,30.
Rivelatrici di una visione sorprendente e non tradizionale del teatro di cui si fa portavoce il regista Cauteruccio sono le sue stesse parole che, nell’incontro pre spettacolo di ieri pomeriggio, hanno riempito la sala Quintieri del teatro Rendano, “E’ molto strano – ha affermato- che io abbia messo in scena Pirandello visto che per molto tempo è stato mio nemico. Pirandello arriva nelle mie corde anche grazie a Fulvio che porta con sé l’esperienza dell’attore”.
Annabella Muraca