ROSSANO (CS) – “Timp russ a Russan e mulicatini a Crojiani – ovvero Le campane del Patire” registra il tutto esaurito nei primi tre spettacoli, uno dei quali riservato alle scuole, andati in scena al Metropol di Corigliano. La commedia brillante in due atti, rappresentata venerdì 21 ed in replica sabato 22 febbraio, vince e convince. La comicità e la leggerezza hanno fatto da cornice ad una trama intricata ed intessuta su un antico e famoso pregiudizio, la rivalità, appunto, tra “Russan e Crojiani”, reso ancora più grottesco dalla maestria dei protagonisti, dei costumi e delle scene, sul quale l’autore, Gianpiero Garofalo, pone la lente di ingrandimento. Il tutto per lanciare, con grande ironia, il messaggio serio e profondo della improrogabile necessità di superamento degli sciocchi e storici campanilismi tra i due centri dell’Area urbana. Con un terzo soggetto, svelato in fondo alla commedia, pronto a godere delle beghe tra i due litiganti. Si pensa già al calendario delle repliche.
Oltre due ore di pura comicità, quella proposta dall’unione delle due compagnie “Otto&Nove Gran Teatro” di Rossano e “Vincenzo Tieri” di Corigliano, hanno tenuto inchiodati, in modo leggero e piacevole, i circa 4000 spettatori dei tre diversi spettacoli andati in scena sulla ribalta del teatro coriglianese, al termine dei quali sono intervenuti l’assessore alla cultura e pubblica istruzione di Rossano, Stella Pizzuti ed il vicesindaco di Corigliano, Francesco Paolo Oranges. Platea e gallerie gremite, in modo trasversale, da “bizantini”, “ausonici” e più in generale sibariti, uniti sotto l’emblema dell’ilarità.
Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita di questo evento – dichiara Gianpiero Garofalo, autore, regista ed attore della commedia (nei panni del nobile e avaro Gianfilippo) – al quale abbiamo lavorato per circa due anni. Siamo soddisfatti del risultato e della grande partecipazione del pubblico che ha fatto registrare il tutto esaurito in tutte e tre le rappresentazioni. Anzi – conclude – vista la richiesta di moltissimi spettatori, che non sono riusciti a trovare i biglietti, si sta pensando ad ulteriori repliche dello spettacolo.
La scena iniziale si apre con i riflettori puntati su una famiglia rossanese di nobili origini, caduta in disgrazia economica ma con grande orgoglio di appartenenza alla casta e amore per lo stemma, la cui unica figlia, Anna, è incinta di un giovane conosciuto da poco. Appresa la notizia, e dopo essersi disperati per il disonore derivante dalla propria condizione sociale, i genitori, i baroni Gianfilippo e Pupetta “dei Menzalingua”, cercano di capire chi sia il futuro padre. Scoprono, così, che lo stesso, non solo proviene da una famiglia di umili origini, ma soprattutto è di Corigliano. Da qui, una serie di vicende paradossali e di smisurata comicità, basate proprio su quegli antichi pregiudizi dettati dalla rivalità radicata nella storia delle due Città. Ovviamente la stessa situazione si ripropone, con contesti differenti, nell’altra famiglia, nel momento in cui si scoprono le “origini geografiche” della ragazza, appunto di Rossano. Dopo varie vicende e tribolazioni, essendo, i giovani, innamorati ed intenzionati a sposarsi, le famiglie decidono di conoscersi. Ed è proprio in questo contesto farsesco di battibecchi e bisticci che, grazie alla saggezza dei due nonni dei giovani, i quali, tra le altre cose si ritrovano dopo essere stati costretti a lasciarsi tanti anni prima (per gli stessi motivi dettati dal campanile!), riscoprendosi ancora innamorati, la situazione si risolve e si riesce a superare ogni sciocco e ottuso preconcetto. La commedia si conclude con l’emblematica caduta del leggendario lenzuolo posto sul promontorio dove sorge l’Abbazia del Patire (da sempre contesa tra le due Città). Messo lì, forse, da chi ha tutto l’interesse affinché Rossano e Corigliano continuino a contrastarsi.