Tributo allo storico cosentino Coriolano Martirano dalla Commissione cultura al Teatro “Rendano”

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Cosenza – “Cosenza è una città che è nel mio spirito, nella mia anima e nella quale sono fiero di vivere. Tra i diversi riconoscimenti ottenuti nel corso della mia attività, i due ricevuti dal Comune costituiscono per me il ricordo più bello perché me li ha dati la mia città che amo con tutto il mio cuore”.

C’è un misto di commozione e riconoscenza e tutta la sua dedizione alla città nelle parole dello storico e scrittore Coriolano Martirano, ospite ieri al Teatro “Rendano” della Commissione cultura del Comune di Cosenza, riunitasi in seduta straordinaria per conferire ad una delle personalità di maggior spicco del mondo culturale cosentino un riconoscimento che ha il valore di un doveroso tributo nei confronti di chi, con i suoi studi, l’instancabile ricerca e la sua produzione letteraria, ha fortemente contribuito all’affermazione dell’immagine della città di Cosenza nel resto del Paese. Il Premio conferito a Martirano dalla Commissione cultura segue quello del Pilerio attribuitogli dall’Amministrazione comunale e dal Sindaco Mario Occhiuto l’11 luglio dello scorso anno, in occasione del suo ottantesimo compleanno.

La cerimonia di ieri è stata aperta dall’introduzione del Presidente della Commissione cultura Claudio Nigro che ha preliminarmente letto un messaggio indirizzato a Martirano dal direttore artistico del “Rendano” Isabel Russinova, trattenuta a Roma da impegni di lavoro. Subito dopo ha ricordato gli aspetti più significativi dell’attività dello storico, segretario perpetuo dell’Accademia cosentina, “una delle personalità – ha aggiunto Nigro – che hanno dato e continuano a dare lustro alla nostra terra.”

L’incontro con Martirano è stata anche l’occasione per presentare in anteprima, con qualche giorno di anticipo sulla presentazione ufficiale programmata per la prossima settimana sul Terrazzo della casa editrice Pellegrini, l’ultimo libro dello scrittore, “Il luogo delle anime”, incentrato sulla suggestiva ipotesi, tutt’altro che peregrina, del passaggio di Dante a Cerenzia, in occasione di un suo viaggio, quasi una fuga, da Napoli in Calabria, per sfuggire a una condanna. Il Sommo Poeta, secondo quanto va sostenendo Martirano nel suo romanzo storico, avrebbe seguito il Vescovo di Siena a Cerenzia, nel versante crotonese della Sila, e una volta all’interno di un’Abbazia avrebbe scoperto un nascondiglio dove è segretamente custodito l’archivio sottratto da Tiberio al Tempio di Gerusalemme, sequestrato poi da Alarico e di cui entrarono in possesso i monaci dell’Abbazia. L’ipotesi di Martirano accredita non solo la presenza di Dante a Cerenzia, ma anche che i luoghi dell’entroterra crotonese potrebbero aver ispirato al Sommo Poeta il suo capolavoro “La Divina Commedia”.

Il relatore Mimmo Frammartino ha ricordato il gemellaggio istituzionale tra Cosenza e Padova cui diede impulso, da amministratore, agli inizi degli anni novanta, prendendo spunto dall’incontro tra le due squadre di calcio. In occasione di quel ponte ideale tra Calabria e Veneto, Coriolano Martirano fece riassaporare alla consistente comunità dei cosentini residenti a Padova l’orgoglio di appartenenza, contribuendo a rinsaldare il legame con le loro radici. La lectio magistralis di Martirano su “Telesio studente a Padova” fu applauditissima e molto apprezzata dal fior fiore degli studiosi patavini.

Lo scrittore, autentico ambasciatore della cosentinità, ha avvertito il bisogno di ringraziare. “Il mio ringraziamento – ha sottolineato Martirano – non nasce come un obbligo, ma come un affettuoso abbraccio. Quello di stasera è uno dei momenti della mia vita destinati a restare vivi per sempre, per la stima che porto al Municipio della mia città perché il Comune è sicuramente la più importante nell’architettura delle istituzioni dello Stato.” Martirano ha ammesso la sua curiosità di storico che spesso entra in contrasto con la storia ufficiale ed indaga fatti per così dire minori o episodici. Cosenza è una fucina di microstorie e Martirano spiega il perché.

Cosenza è l’unica città del Regno delle Due Sicilie che ininterrottamente dal 1200 al 1800 è libera e non feudata e che per tutto questo tempo si è amministrata da sola, sempre nel pieno rispetto delle leggi dello Stato. Quella indipendenza che rappresenta una necessità dello spirito è ancora oggi nella nostra anima. Mi sono dato il compito e l’impegno di consolidare nello spirito dei cosentini l’indipendenza e la libertà.”

Un compito perseguito con impegno, assoluta dedizione negli studi e nella ricerca, ma anche con umiltà e modestia, come ha sottolineato la moglie dello scrittore, Maria Cristina Parise Martirano che sul punto non sempre si trova d’accordo, ma che ha la piena consapevolezza di avere di fronte un grande uomo e se dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna, c’è gloria anche per lei!

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