Suspense, brusii e molteplici richiami del pubblico hanno riempito, ieri sera, la sala del Teatro Morelli; strepitii continui e generali placatisi solo alla vista di un timido “presentatore” che ha esordito dicendo “Se è vero che il riso fa buon sangue affidiamoci ai Pagliacci per ricaricarci”.
Su questa fatidica frase ecco sgusciare, da dietro le quinte, la compagnia teatrale dei Pagliacci di Montalto Uffugo pronta per la prima di “U sìarvu e ‘ra patruna”, commedia in vernacolo scritta da Paolo Guglielmelli e liberamente tratta da “La Locandiera” di Carlo Goldoni.
La sala era completamente gremita; giovani e meno giovani sono accorsi a teatro per partecipare all’evento complice anche la bellissima iniziativa propugnata dalla compagnia; devolvere, alla sede Avis di Montalto Uffugo, il 50% del ricavato dalla vendita dei biglietti.
La commedia, divisa in due atti ed intervallata da dolci sprazzi musicali suonati interamente dal vivo dal pianista di fama internazionale Arturo Intuire, si è svolta all’interno di un’umile e modesta locanda allestita da Corniola Franchino e Davide Maida.
È la storia di una donna comune, un po’ civetta e un po’ santa dai saldi principi, una Patruna, impersonata da Anna Perri, che gestisce da sola un’intera locanda frequentata da uomini di alto rango pronti ad acquistare anche la luna pur di entrare nelle sue grazie. Una donna con la D maiuscola, prosperosa, piacente, sogno proibito di tutti gli uomini tranne che di uno; quest’ultimo è infatti scontroso; la ripudia, la rifiuta, la offende perché prova un odio viscerale per tutto il genere femminile.
La Patruna, però, abituata ad incessanti e insistenti lusinghe non può accettare un simile affronto; tutta la commedia, infatti, ruota intorno ad una sfida personale che porterà i suoi deliziosi frutti: far innamorare il Cavaliere (Roberto Bruno) perché se determinate “le donne ottengono sempre quello che vogliono”.
Si tratta dunque di un inno alla donna che, oggi più che mai, si rende ardente protagonista di una società che spesso non le riconosce nessun merito, è lei che oggi “indossa i pantaloni” diventando così emblema di un mondo che, molto probabilmente, senza la sua capacità organizzativa andrebbe a rotoli.
La compagnia, composta da 11 elementi, ha riscosso enorme successo grazie ad attori briosi, divertenti, ironici e dall’aspetto leggermente buffo. Risate squillanti e applausi fragorosi hanno accompagnato l’intero spettacolo; il pubblico cosentino divertito e soddisfatto al termine della messa in scena ha riacquistato la “posizione eretta” per ringraziare chi, ieri sera, ci ha ricordato quanto sia ancora bello ridere di gusto.
Annabella Muraca