Il vino rappresenta uno dei prodotti più falsificati all’interno del settore alimentare: solo in Italia la contraffazione di questo prodotto ha un giro d’affari di 83 milioni di euro.
I ricercatori del Dipartimento di Ingegneria meccanica, energetica e gestionale dell’Università della Calabria hanno messo a punto un sistema in grado di difendere dalle frodi consumatori e produttori, tutelando così il vino e il made in Italy.
La soluzione sviluppata si chiama R-Wine e prevede l’uso di un’app e di una etichetta intelligente posta sul tappo della bottiglia con collanti speciali. L’etichetta sfrutta tecnologie a radiofrequenza ed è un vero e proprio microprocessore: al suo interno contiene un codice univoco, che identifica il prodotto, e una serie di informazioni sulla provenienza del vino e sulla cantina produttrice.
Il consumatore deve scaricare l’app R-wine e avvicinare lo smartphone al tappo della bottiglia: l’app leggerà l’etichetta e il codice univoco confermando l’autenticità del vino acquistato. Se l’etichetta manca, perché la bottiglia è falsa, l’app non rileverà nulla. Se invece la bottiglia è stata già aperta per sostituire o adulterare il vino, l’app riconosce che l’etichetta è stata danneggiata e segnala la manomissione.
Il responsabile scientifico del progetto, realizzato grazie al contributo del POR Calabria FESR-FSE 2014-2020, è il professor Natale Arcuri. Partner del progetto: il Dipartimento di Ingegneria meccanica, energetica e gestionale Unical, Smart Res, il Parco scientifico e tecnologico di Crotone, la cantina Caparra & Siciliani.