Nella giornata di ieri, presso l’Aula Magna di Ateneo “Antonio Quistelli” dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, gremita in ogni ordine di posto, il prof. Antonino Zichichi ha incontrato tutti i giovani e meno giovani calabresi, in particolare, gli studenti universitari. L’ evento è stato realizzato con il Coordinamento di Pastorale universitaria dell’Ufficio diocesano ESU, con l’Università Mediterranea di Reggio Calabria e con l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Mons. Vincenzo Zoccali” e l’Istituto Teologico “Pio XI”, titolo dell’incontro è stato: “Verso Dove? Alla ricerca della Bellezza”. Antonio Zichichi è forse lo scienziato italiano, insieme a Rubbia, più conosciuto nel mondo. Presidente della World Federation of Scientist, Professore emerito di Fisica Superiore nell’Università di Bologna, Cavaliere di Gran Croce, Grand’Ufficiale, ora anche assessore alla Cultura della giunta siciliana di Rosario Crocetta per il grande pubblico Zichichi è soprattutto un divulgatore di scienza, che riesce a portare l’attenzione dei media sul mondo scientifico anche grazie alle sue presenze televisive. La sua peculiarità all’interno della comunità scientifica riguarda anche il suo credo cattolico, in base al quale dichiara di perseguire un approccio alla scienza non in contrasto con la fede. Il professor Zichichi ha esordito sottolineando che la teoria di Darwin non è scienza in quanto non è stata corroborata sperimentalmente e non ha una trattazione matematica soddisfacente. L’esistenza del mondo ha avuto come momenti cruciali i cosiddetti tre “big bang”. Il primo, il “big bang” per antonomasia, è quello che ha fatto passare dal vuoto all’esistenza dell’universo. Il secondo big bang è avvenuto nel momento in cui sulla terra è comparsa la vita, mistero cui l’uomo non sa tutt’oggi dare risposta. Il terzo è il momento in cui l’uomo ha sviluppato la ragione. Noi siamo l’unica forma di materia vivente a cui è stato dato il privilegio del dono della ragione; ed è grazie alla ragione che la forma di materia vivente cui noi apparteniamo ha potuto scoprire il linguaggio, la logica e la scienza. Esistono infatti centinaia di migliaia di forme di materia vivente, vegetale ed animale, ma nessuna di esse ha saputo scoprire la memoria collettiva permanente – meglio nota come linguaggio scritto. Senza ragione non avremmo potuto scoprire la scienza, questa straordinaria avventura intellettuale, iniziata solo 400 anni fa, con Galileo Galilei ogni suo esperimento effettuato con materiale volgare, come un sasso, un piano, una cordicella,il polso per misurare il passare del tempo, ha dato come risultanza la scoperta delle tre leggi fondamentali del creato. Due secoli di ricerca sull’ottica e sull’elettromagnetismo sono stati riassunti nelle equazioni di Maxwell. Nessuno inventa nulla, scopre soltanto qualcosa che già esiste sfogliando il libro della natura. Le scoperte sono sorprendenti: si pensi alle leggi di Lorentz, da cui è scaturita la teoria della Relatività di Einstein, secondo le quali le dimensioni spazio-tempo non possono essere entrambe reali. Ogni scoperta è stata ottenuta sempre dopo un esperimento che ha richiesto almeno un’invenzione tecnologica. Infine conclude Zichichi la più grande conquista della scienza è l’avere scoperto che una logica rigorosa regge il mondo: dall’Universo subnucleare ai confini del Cosmo. Questa logica nessuno sa dedurla dal caos. Quindi deve esserci l’”autore”. L’ateismo, continua Zichichi, non sa dimostrare l’inesistenza di Dio, la matematica, come forma rigorosa di ragione, dovrebbe saper dimostrare che Dio non esiste e la scienza dovrebbe essere in grado di scoprire che Dio non esiste. Ma la matematica non ha dimostrato il teorema della negazione di Dio, né scienza ha la prova della non esistenza di Dio. Se tutto, quindi, si esaurisce nell’immanente, come è possibile che non esista il teorema della negazione di Dio, né la scoperta scientifica della non esistenza di Dio? Questa è la contraddittorietà della costruzione logica dell’ateismo che in realtà non è un atto di ragione, ma di sola fede. come lui stesso affermò in un convegno, in quel di Siena, con l’astrologa Margherita Hack . La ricerca, dipende da questa logica: “se fossimo figli del caos non potrebbero esistere i laboratori scientifici e io sarei disoccupato». Al termine della serata un lungo e fragoroso applauso ha sottolineato la soddisfazione dei presenti. Un ringraziamento particolare va anche a chi, lavorando in sinergia, ha promosso l’evento cioè l’Azione Cattolica Diocesana e la Fuci (Federazione Universitaria Cattolica Italiana) “Don Domenico Farias” di Reggio Calabria nella persona del presidente Davide Tauro.