Nato a Corigliano Calabro il 27 dicembre 1891, proveniva dalla comunità arbërëshë di Civita in Calabria.
Studiò prima a San Demetrio Corone, dove conseguì il diploma di maturità classica, e poi a Catania. Nel 1914 si laureò in Giurisprudenza a Roma. Nel 1917 si laureò, sempre a Roma, in Filosofia. Allievo di Sergio Panunzio, dal 1936 insegnò Diritto costituzionale all’Università di Messina. Successivamente fu professore ordinario di diritto costituzionale presso la facoltà di giurisprudenza dell’Università di Macerata, di cui fu anche rettore. In seguito tenne l’insegnamento di Diritto pubblico presso il Regio Istituto navale di Napoli. Proprio a Napoli nel 1940 fu professore presso la Federico II, anno durante il quale scrisse il suo saggio sulla costituzione materiale. Nel 1946 fu eletto deputato per la Democrazia Cristiana all’Assemblea costituente e fece parte della “Commissione dei 75”. Dal 1948 al 1960 fu ordinario di Diritto costituzionale italiano e comparato presso la Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Roma “La Sapienza”. Fu anche segretario della Corte dei Conti. Nel 1960 fu nominato giudice della Corte costituzionale, dove rimase fino al 1972. Nell’ultimo periodo fu anche vice presidente.
Nel 1977 fu colpito da una grave forma di paralisi. Morì a Roma nel 1985.
LE OPERE
Molto importanti i suoi studi sulla costituzione materiale del 1940. Tali studi, trascurati per lunghi anni, sono stati rivisitati alla fine del XX secolo e riscuotono oggi notevole consenso. La sua visione della Costituzione è in qualche modo intermedia tra la posizione di Hans Kelsen e quella di Carl Schmitt. Al riguardo si può sostenere che il punto di riferimento è l’individuazione dell’elemento primigenio dell’esperienza giuridica, che egli individua nell’ordinamento più che nelle norme, rovesciando la posizione di Kelsen e differenziandosi dal pensiero schmittiano, che poneva viceversa l’accento sulla decisione. All’interno della sua idea di costituzione materiale è assegnato un ruolo fondamentale al partito politico. Va a ricordato il suo importante manuale, le “Istituzioni di diritto pubblico”, più volte ampliato e ristampato, nonché “le forme di governo”, considerato tutt’oggi una delle più complete introduzioni allo studio del diritto costituzionale comparato.
CURIOSITÀ
• Costantino Mortati è considerato unanimemente uno dei più importanti costituzionalisti del nostro Novecento. Il suo studio “La Costituzione in senso materiale” (1940) rappresenta ancora oggi un punto di riferimento obbligato, non solo per il cultore del diritto pubblico ma anche per il giurista tout court.
• Fra i suoi scritti più importanti si citano: L’ordinamento del Governo nel nuovo diritto pubblico italiano (Roma 1931); La volontà e la causa nell’atto amministrativo e nella legge (Roma 1935); La costituzione in senso materiale (Milano 1940); La Costituente (Roma 1946); Istituzioni di diritto pubblico (Padova 1960, 5ª ed.), oltre ai corsi universitari e scritti minori.
• Il 29 aprile 1961 fu nominato Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana.
• È annoverato fra i più autorevoli giuristi italiani del XX secolo. Tra i suoi allievi sono da ricordare Giuseppe Ferrari, Leopoldo Elia,Mario Galizia, Sergio Fois e Temistocle Martines.
• Fu il primo a riflettere sull’esistenza di una Costituzione materiale e una Costituzione formale.