Diminuzione delle morti sul lavoro nel 2013

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L’Osservatorio per la sicurezza Vega Engineering conferma una diminuzione delle morti sul lavoro. Nel primo trimestre sono state 74 le vittime in Italia. Ed erano 110 nello stesso periodo del 2012. I dati non lasciano dubbi: rispetto allo scorso anno il numero delle morti sul lavoro è finalmente diminuito. A decretarlo la più recente indagine dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering secondo la quale nel primo trimestre del 2013 gli incidenti mortali verificatisi nel Paese sono stati 74, mentre nel 2012 erano 110, con una variazione pari al – 32,7 per cento.

“Ciò non significa che l’emergenza sia da considerarsi risolta – commenta l’ingegner Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Vega Engineering – ma possiamo almeno considerare la flessione della mortalità di questo primo trimestre anche come conseguenza di una sempre maggiore sensibilizzazione sul fronte della prevenzione da parte dei media e da parte di tutti coloro che operano per la sicurezza nei luoghi di lavoro”.

Intanto nella graduatoria delle regioni in cui è stato registrato il maggior numero di infortuni mortali compare al primo posto l’Emilia Romagna (12 vittime), seguita dalla Lombardia (11), dal Piemonte (9), dalla Sicilia e Calabria (6), dal Veneto e dal Lazio (5).

Il settore più a rischio rimane l’agricoltura (27 per cento delle morti sul lavoro), seguita dalle Costruzioni (23 per cento) e dal Commercio e Attività Artigianali (14,9 per cento).

La caduta dall’alto nei primi tre mesi del 2013 ha provocato il 31,1 per cento degli infortuni mortali, mentre nel 23 per cento dei casi la morte è stata la conseguenza di uno schiacciamento dovuto alla caduta di oggetti pesanti, nel 12,2 per cento dei casi si è trattato di decessi dovuti al ribaltamento di un veicolo/mezzo in movimento. Osservando l’indicatore del rischio di mortalità per regione – ovvero l’incidenza della mortalità rispetto alla popolazione lavorativa – la maglia nera in questo primo trimestre spetta alla Calabria (con un indice di incidenza pari a 10,4 contro una media nazionale di 3,2); il secondo posto spetta al Molise (9,3) e il terzo alla Sardegna (6,6). Sopra la media nazionale anche gli indici di Umbria, Emilia Romagna, Piemonte, Liguria e Sicilia. (Tutti i dati sono disponibili sul sito www.vegaengineering.com).

Guardando alle classifiche provinciali è Reggio Emilia a contare il maggior numero di vittime (4), seguita da Oristano, Brescia, Ferrara, Cuneo, Cosenza (3).  Ma le incidenze più preoccupanti vengono rilevate ad Oristano (indice pari a 52) Ferrara (18,8), a Rieti (17,3) e a Reggio Emilia (16,9).  Purtroppo poi, sono già 9 le donne che hanno perso la vita al lavoro in questo primo bimestre 2013. Ed erano 9 le donne decedute nel corso di tutto il 2012. La fascia d’età più coinvolta nell’emergenza morti bianche è quella che va dai 55 ai 64 anni e nella quale si registra il maggior numero di vittime (25 su 74), seguita da quella che va dai 35 ai 44 anni (16 casi). E’ invece la fascia d’età degli ‘over 65’ quella a maggior rischio di mortalità considerando la popolazione lavorativa. Il venerdì il giorno più luttuoso per il mondo del lavoro con il 23 per cento dei casi di morte.

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