“I prefetti, i rappresentanti del governo sul territorio sono lasciati soli ad applicare le direttive del governo in tema di immigrazione, spesso in totale opposizione con altri rappresentanti dello Stato, in particolare i sindaci. Siamo diventati bersagli, il governo ci tuteli”. Così Claudio Palomba, presidente del Sinpref, il sindacato dei prefetti che ha chiesto un incontro a Alfano
Polemica politica su frasi di Morcone – Deluso anche se si tratta di un “primo importantissimo passo”: davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sull’accoglienza dei migranti il prefetto Mario Morcone, capo del Dipartimento competente del ministero dell’Interno, parla senza peli sulla lingua dell’ accordo al ribasso tra i 28 Paesi della Ue sul ricollocamento da Italia e Grecia di 40mila profughi, perchè l’intesa si è fermata poco oltre la soglia dei 32mila. E sulle sue affermazioni monta subito la polemica politica. Forza Italia vi vede quantomeno una presa di distanza dal ministro dell’Interno Angelino Alfano, che ieri aveva parlato di un risultato superiore a quanto ottenuto da qualunque governo. E ancora più dura è la Lega, che parla di dichiarazioni “assurde e surreali”, e minaccia: quando saremo al governo cacceremo Morcone e i prefetti che seguono il suo stile.
Davanti ai parlamenti che lo ascoltano il dirigente del Viminale non usa giri di parole: “auspicavamo i 40 mila senza fare tante storie” afferma, riconoscendo che l’accordo non è stato un grande successo, pur essendo senza dubbio un passaggio importante. Il prefetto punta il dito sulle “preoccupazione interne”, prevalse in alcuni Stati, ma si dice certo che “in autunno ci sarà un ulteriore incontro” tra i ministri dell’ Interno europei “per portare a 40mila le persone da riallocare”. Poi, ha parole rassicuranti sugli sbarchi sulle nostre coste: non sono aumentati rispetto all’anno scorso; gli arrivi sono stati poco più di 85mila. Un trend che fa ben sperare che quest’anno non si supererà, come temuto, la soglia di 200mila.