– Allora papà? Che mi hai comprato? Che mi hai comprato?
– Io? Nooo…niente…
Cristiano saltellò ansioso attorno al padre, senza smettere di chiedere del suo regalo. La madre osservava la scena, divertita.
– Ma davvero, Cristiano – disse allegra, – il babbo non ti ha comprato nessun regalo?
– Ma dai mamma! Oggi è il sei Giugno, è il mio compleanno! Deve avermi preso qualcosa per forza.
-Beh – ribatté il padre, – forse c’è qualcosa di strano nel cortile…dovremmo controllare.
A Cristiano brillarono gli occhi. – Qualcosa di strano? Quanto strano?
– Non so. Magari qualcosa con delle zampe.
– Oh, papà, papà!
Cristiano strillò dalla gioia e schizzò fuori dalla porta, in giardino. I genitori gli corsero dietro come poterono.
– E al maneggio ti hanno raccomandato niente? – chiese lei al marito.
– Ma no, è un pony normalissimo. Un pony come Cristiano ha sempre desiderato.
– Ma non sporcherà troppo?
– Figurati. Lo terremo vicino al frutteto, ho già parlato con Maurizio.
Uscirono fuori, e Cristiano stava impalato davanti al piccolo equino che nitriva felice. Il ragazzino spalancò la bocca, estasiato, poi si girò verso il padre. – Grazie, uomo! – esclamò con voce roca, – Era tutto ciò di cui avevo bisogno!
E saltò in sella all’animale, con uno solo sapiente movimento.
Antonio restò un po’ perplesso, perché di solito il figlio lo chiamava “papà” e non “uomo”. E si turbò ulteriormente quando vide Cristiano, appena accomodatosi sul pony, crescere improvvisamente di statura. Le braccia e le gambe si gonfiarono, il petto si modellò in uno scultoreo ammasso di muscoli, strappando la felpa di Topolino che lo copriva fino a pochi istanti prima. Il pony si ingigantì appresso, scurendo il manto e rinfoltendo la criniera in una fluente chioma rossastra.
La madre storse un po’ il naso mentre i vestiti di Cristiano, ridotti a brandelli, si rimodellavano irrigidendosi e trasformandosi infine in un’orribile armatura rossa irta di punte e spine; e gemette un po’, quando nelle mani del figlio comparve con un lampo una gigantesca flamberga fiammeggiante.
Cristiano scoppiò in una profonda e lunga risata, mentre il cielo sopra di loro s’annuvolava e lontano già rombavano i primi tuoni.
Poi, puntò la spada verso i due e sbraitò: – Sia lode a voi, esseri umani, poiché avete consentito la venuta del figlio del Male!
Al che gli zoccoli del cavallo s’infuocarono, e Cristiano partì al galoppo tra le nubi, mentre nel cielo apparivano draghi e demoni scuri.
Il padre osservò la scena perplesso. Poi, senza distogliere lo sguardo, disse alla moglie: – Cara, c’è qualcosa che dovresti dirmi?
– Beh, -fece lei, un po’ nervosa, – forse dovevamo prendergli un gatto.
Francesco Corigliano