L’estate è agli sgoccioli. Il vento a Cosenza è caldo e lascia qualche desiderio d’estate a sfumare nelle foto al mare scattate con il telefonino. Eppure un motivo musicale continua a trattenermi in paesaggi di piazze affollate e in festa. Il ricordo mi porta sotto un palco. Il pubblico entusiasta balla, a ritmi Patchanka, una musica in cui il pop ed il rock si fondono, accompagnati da una scelta cantautoriale ben riuscita. Sto parlando dell’Urban Folk dei Nuju.
Vestiti da marinai, issano una bandiera piratesca sul palco e con un grosso inchino si presentano e si raccontano al pubblico.
La band nasce nel 2009, quando un gruppo di musicisti decide di intraprendere un percorso originale, fatto di soddisfazioni e libertà di espressione. Dopo un anno di sperimentazione nasce il loro primo album omonimo per l’etichetta Latlantide, è il 30 aprile 2010. Il signor “Nessuno” (traduzione di Nuju in dialetto calabrese) muove i primi passi, raccontando il suo viaggio in un mare torbido e non sempre ospitale “Il mondo gira più veloce di un battello fuori rotta…Si può toccare il fondo in un mare di guai“.
Il signor Nessuno non è stanco di comunicare e, ad un anno dal primo disco d’esordio, prosegue il suo percorso con l’uscita del secondo album, Atto Secondo per l’etichetta MK Records/VLC/Venus. Il progetto, preceduto dall’uscita del singolo Disegnerò, mostra come sia in atto la maturazione della band, consolidata da testi che si alternano tra tematiche che vanno dal mondo della politica “Di quel che vedo non mi frega niente se la mia vita la decide il presidente“, a brani più romantici “Disegnerò una casa su misura per noi, per dare alle finestre la forma degli occhi tuoi“.
I Nuju hanno bisogno di comunicare il più possibile ed avere orecchie pronte ad accoglierli. Il loro desiderio viene ascoltato, trovandosi ad aprire il concerto di Ligabue Campovolo 2.0. Inoltre Atto Secondo viene definito disco del mese a maggio 2011 su Caterpillar (Rai Radio 2).
Ed eccoci qua nel 2012 con 3° Mondo per Mk Records. La trilogia si completa con quest’ultimo album, carico di rabbia ed indignazione. Un viaggio terminato nella giusta maniera, appagando il desiderio di ribellione e comunicazione che ha spinto i sei musicisti ad intraprendere questo percorso. “Si sa che in questa società non c’è tempo per sognare” eppure i sogni del signor Nessuno non si toccano “Nella testa dell’artista c’è un mondo all’incontrario“. Non ci troviamo davanti a soliti clichè e rime banali, ma a solida ironia intrisa di contenuti politici non scontati.
Il signor Nessuno ci farà ancora ballare, c’è ancora troppo da raccontare.
“Vorrei soltanto lasciarmi andare come una bussola impazzita come un treno che è partito e che non ha fermata da rispettare”
Bussola – Nuju
Miriam Caruso