CAMPORA SAN GIOVANNI (CS) – Sempre più donne stanno prendendo in mano un mestiere considerato per molto tempo fin troppo maschile, donne che sfidano un mercato che cambia continuamente attraverso la formazione in un settore che diventa rosa, l’agricoltura.
Maria Procopio vive in un posto a 200 metri sopra il livello del mare dove è possibile sentirne il profumo, a Campora San Giovanni in provincia di Cosenza e qui ha un piccolo allevamento di capre Sanen e nelle sue mani il loro latte si trasforma in buonissimi formaggi.
Maria è una donna orgogliosa di quello che ha scelto di fare e ogni giorno, da quando il sole si sveglia da dietro le montagne fino a quando non ritorna a nascondersi tra le onde, fiera rivendica la responsabilità presa nei confronti della natura, ne rispetta i ritmi e i tempi con cura e nel legame di reciprocità che è riuscita a creare con la vita ha dato forma a una realtà autentica fatta di impegno, dedizione e amore.
Ci racconta come nasce l’idea di avviare un’attività di produzione e vendita di formaggi caprini?
Dopo tanti anni a Torino con mio marito decidiamo di ritornare in Calabria, lui con il suo lavoro e io dopo la visita in un’azienda che allevava capre rimango affascinata da quelle caprettine bianche di razza Sanen e decido di comprarne 20, inconsapevole di quello a cui andavo incontro. Dopo l’acquisto delle capre decido di frequentare la scuola di arte casearia a Moretta e imparo a fare il formaggio. Mi specializzo in diversi caseifici, persino in Francia perché il latte delle mie capre è molto delicato e non si presta alla lavorazione della tradizione calabrese. Una volta prodotto il formaggio bisognava venderlo ma i clienti non erano ancora abituati al gusto di questi caprini, che sono diversi da quelli della tradizione calabrese, quindi ho deciso di provare con la vendita diretta in modo da poter raccontare i miei formaggi, passo dopo passo, nel momento dell’assaggio e poi di distribuirli in alcuni negozi specializzati. Questa avventura sta andando discretamente bene.
Come si articola una sua giornata tipo?
Non esiste una mia giornata tipo, dipende se vado ai mercatini oppure al caseificio. Sveglia sempre molto presto e il pomeriggio dedico molto tempo alla stalla. Per avere un buon latte è necessario garantire alle capre il giusto benessere.
Cosa l’affascina più del suo lavoro?
Mi affascina il mondo del latte, quando lavoro può sembrare strano ma riesco ad emozionarmi nel pensare che tutto il latte che c’è in caldaia è stato filtrato dalle mammelle delle mie capre e quindi lo tratto con amore. E’ incredibile come variando anche solo in modo infinitesimale la temperatura, la quantità di caglio o il modo in cui lo lavoro cambia totalmente il prodotto finito. Poi mi piace anche l’impatto con il consumatore.
C’è qualcuno che l’aiuta o fa tutto da sola?
In azienda siamo 3 persone, mio marito che cura prevalentemente le consegne e mi aiuta un po’ in caseificio, un operaio indiano che si occupa della stalla e poi ci sono io che mi occupo del caseificio, della stalla e della contabilità.
L’imprenditoria agricola femminile secondo lei può diventare un’eccellenza?
Ne sono assolutamente convinta.
Gaia Santolla