Riceviamo e pubblichiamo lettera aperta dalla signora Giacomina Durante su una sua recente esperienza
“Lunedi 20 luglio 2015 mi reco al reparto di Reumatologia dell’Ospedale Civile dell’Annunziata di Cosenza perchè, per miei problemi personali di salute, devo eseguire una terapia mensile che viene erogata in regime di day hospital. Arrivo e il reparto è deserto. La cosa mi meraviglia dato che solitamente è sempre pieno. Chiedo al primo infermiere che mi capita sotto mano e mi annuncia che il reparto è stato accorpato alla medicina. A quel punto comincio a diventare ansiosa. E la mia terapia? Vado al reparto di medicina e trovo una situazione al limite dell’inverosimile. Affollato, aria condizionata probabilmente fuori uso perchè l’aria era irrespirabile, gente in piedi….Dopo pochi minuti, grazie a Dio incontro il capo sala che era a Reumatologia, e questo mi garantisce che la terapia verrà effettuata. Riesco a fare la mia flebo, ma parlando con gli operatori, questi non sanno bene che fine farà il reparto di Reumatologia, se rimarrà accorpato a medicina, se verrà ricostituito, e soprattuto, per tutte quelle prestazioni come la mia che vengono effettuate in day hospital, sussiste un buon margine di incertezza, che, a onor del vero mi preoccupa non poco. Tieni conto che non fare in questo ospedale tali terapie significa capire dove le fanno e iniziare ogni santo mese per tutta la vita, la via crucis verso dove poter ricevere tali prestazioni.
Questa la situazione…Per chi come me ha bisogno di cure, l’incertezza che si prospetta non da la giusta tranquillità della quale ho bisogno. E poi bisognerebbe smetterla di fare le economie sulla pelle e sulla vita della gente che ha bisogno”.