COSENZA – E’ vero gli anni del liceo sono i più belli della vita, sono i più belli perché a settembre al ritorno dalle vacanze l’unico dilemma che ti tormenta è quale diario scegliere, sono i più belli perché basta il suo suono di una campanella per salvarti da una insufficienza assicurata e rimandare tutto a domani, sono i più belli perché quando pensi al futuro qualsiasi cosa sembra possibile, diventare un magistrato, un cuoco, un pompiere e persino costruire un acquapark nel pieno centro della città. Improvvisamente però, dopo il diploma, ogni piccola e grande scelta diventa importante, continuare gli studi o cercare un lavoro, rimanere o partire altrove e così qualunque sia la decisione presa, tutto cambia e inizia un nuovo capitolo della vita.
Vittoria Pisani, classe 1994, ha frequentato il liceo delle Scienze Sociali di Cosenza e ora con un diploma in tasca, dopo un serie legittima di perplessità, ha deciso di iscriversi al primo anno del Corso di Laurea in Discipline Economiche e Sociali per lo Sviluppo all’Università della Calabria e ci racconta come sta vivendo l’attesa di questo nuovo inizio di vita.
Come mai hai deciso di iscriverti all’Università nonostante nel nostro Paese l’istruzione e la formazione non siano un prerequisito necessario per accedere nel mondo del lavoro?
Nel nostro Paese, i giovani diplomati e laureati, dopo aver terminato il percorso di studi si ritrovano senza una vera occupazione e senza capacità pratiche per poter svolgere la professione per cui hanno studiato nonostante ciò, ho comunque deciso di iscrivermi all’Università , soprattutto per me stessa, per una mia cultura personale ma con la speranza che in futuro le cose possano migliorare.
Quali sono le tue aspettative rispetto a questo nuovo inizio di vita?
Credo che un giovane diplomato non possa che ritrovarsi nel mezzo tra due scelte: cominciare subito a lavorare o iscriversi all’Università, io da quest’ultima mi aspetto un nuovo inizio, un nuovo ciclo di vita, nuove conoscenze, maturare e chissà trovare un lavoro nel settore per il quale ho studiato.
Come ti vedi fra qualche anno?
Fra qualche anno mi vedo laureata, ma costretta , molto probabilmente a svolgere una professione non molto coerente con il mio titolo di studio.
Nei tuoi progetti c’è l’idea di lasciare l’Italia per una diversa destinazione in grado di darti qualche certezza in più?
Nei miei progetti c’è sempre stata l’idea di lasciare l’Italia perché a differenza degli altri Paesi, nei migliori dei casi, i giovani italiani iniziano le proprie esperienze lavorative in età avanzata e con poche conoscenze concrete, purtroppo se la situazione non migliora, se non verranno adottati una serie di interventi, l’idea di lasciare l’Italia non rimarrà più solamente un’idea.
Come immagini il tuo primo giorno da matricola?
Evito di pensarci troppo, sono un po’ preoccupata perché so che non sarà facilissimo inserirmi in un ambiente nuovo con dinamiche totalmente differenti da quelle della scuola, senza contare la paura di non riuscire a stringere rapporti con i colleghi del corso ma allo stesso tempo sono felice ed emozionata di iniziare questa nuova esperienza perché credo che ogni paura, ogni dubbio, svanirà dopo qualche giorno.
Lo zainetto che ti ha accompagnato negli anni del liceo lo porterai ancora con te o lo conserverai tra i ricordi?
No, non lo porterò con me. Lo zainetto che mi ha accompagnato negli anni del liceo lo conserverò sicuramente tra i ricordi insieme a molte altre cose, ha segnato una parte della mia vita, fa parte di un ciclo pieno di episodi da ricordare, ma ormai questo ciclo si è chiuso e sta per iniziarne uno nuovo.
In bocca al lupo per questo tuo nuovo inizio.
Crepi.
“La perplessità è l’inizio della conoscenza”
Kahlil Gibran
Gaia Santolla