COSENZA – Non è facile trovarsi in una situazione che possa convogliare le emozioni di tante persone in un unico luogo. Provare gli stessi sentimenti che percepisce l’estraneo seduto accanto a te o il barman che ti prepara qualcosa da bere. Lo scorso giovedì, al Cafè Barrè, questo evento raro si è verificato in una forma tangibile e piacevole, durante il concerto di una band giunta in Italia dopo un lungo viaggio dalla Svezia. Parlo di Linn Öberg e della sua band, che con voce angelica e sonorità minimal ha conquistato il pubblico notturno cosentino.
L’evento, organizzato e promosso da Andrea Venneri, rappresenta uno dei tanti appuntamenti che daranno la possibilità di far conoscere artisti emergenti di grande talento, di provenienza nazionale ed internazionale, e la loro musica inedita.
Abbiamo chiacchierato con Linn Öberg, per scoprire un po’ del suo mondo e della musica fresca e ipnotica.
Ciao Linn, raccontaci come hai iniziato i tuoi primi passi nel mondo della musica.
Ho suonato le prime note al piano all’età di 6 anni. A cantare all’età di 8 e a 14 anni ho iniziato a scrivere canzoni.
Quali sono gli strumenti che hai scelto per caratterizzare il tuo sound?
Nei miei pezzi suono la chitarra acustica ed il mellotron. Inoltre, nel mio set, utilizzo la batteria, il piano, il basso ed adoro l’aggiunta dei cori.
Quali influenze musicali hanno concorso a creare il tuo stile?
E’ una domanda difficile. A me piace molto, ad esempio, Bon Iver o i First Aid Kit. Ma ho influenze che provengono da diversi artisti di tutte le nazionalità.
Com’è nato il progetto musicale “Linn Öberg”?
Ho iniziato da sola, suonando la chitarra. Poi ho sentito l’esigenza di creare qualcosa di più grande e ho chiamato altri musicisti per completare la mia band. Ci siamo così evoluti in un progetto che conserva una base acustica, anche se non come i precedenti lavori, ed una componente elettronica.
Spesso inizio improvvisando con la chitarra e registrando le mie sperimentazioni. Nel riascoltare le registrazioni, se mi piace qualcosa inizio a cercare una melodia e a scrivere un testo.
Come potresti definire il tuo genere?
Anche questa è una domanda molto difficile. Penso possa definirsi come Alternative/Pop con influenze Folk. Comunque musica indipendente.
Durante il concerto, la tua esibizione mi ha colpita per l’enorme trasporto che trasmetti con la tua musica. Quali sensazioni provi mentre canti?
Cerco di rievocare le stesse emozioni che ho provato mentre scrivevo i brani, fino a trovare le sensazioni che hanno dato loro vita.
Qual è la tematica principale che accomuna i pezzi del tuo nuovo album “When You Go”?
Ci sono tante canzoni d’amore. Amori prosciugati e separazioni. Roba forte! Sento il bisogno di scrivere quando penso molto a queste tematiche, cercando di comunicare ciò che provo alle persone che mi ascoltano.
Componi quando sei felice o quando sei triste?
Non riesco a scrivere quando sono troppo felice, ma neanche quando sono troppo depressa. Devo trovare una via di mezzo, rispettando i miei pensieri.
Miriam Caruso
ph. Francesco Farina