Raffaele Piria e lo studio delle sostanze complesse. Le ricerche sulla salicina, l’asparagina e la populina.

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Nasce a Scilla, Reggio di Calabria, nell’agosto 1813. Studiò medicina all’università di Napoli. Appassionandosi alle ricerche chimiche, a ventitré anni andò a Parigi dove conobbe J.-B. Boussingault, J.-B. Dumas e altri celebri chimici dell’epoca. Fu accolto dal Dumas nel suo laboratorio e iniziò con lui alcune ricerche. Ben presto iniziò a lavorare di sua iniziativa e nel 1837 avviò i suoi lavori sulla salicina, già scoperta da Leroux e utilizzata in farmacia, sulla composizione della quale poco si sapeva. Fu docente di chimica all’università di Pisa, dove ebbe fra i suoi allievi C. Bertagnini e S. Cannizzaro, e in seguito fu docente a Torino. Nei suoi studi Piria intuì che molte fra le sostanze più complesse della chimica organica dovevano risultare dalla condensazione di molecole più semplici per eliminazione di acqua e che era meglio affrontare lo studio delle sostanze complesse da questo punto di vista. Egli osò anche affrontare con tali criteri lo studio delle molecole proteiche, ricerca sproporzionata alle cognizioni dell’epoca, riuscendo però a identificare la tirosina fra i prodotti di demolizione delle proteine. Notevoli sono anche le ricerche sull’asparagina e sull’acido aspartico che egli poté trasformare per azione dell’acido nitroso in acido malico dando così un metodo generale per passare dagli amminoacidi agli ossiacidi. Dedicò molte energie alla creazione di una scuola chimica italiana ed ebbe numerosi allievi e collaboratori, tra cui gli stessi Bertagnini e Cannizzaro. Notevoli furono le sue ricerche in chimica organica riguardanti la preparazione di nuovi composti a partire da sostanze di origine vegetale quali la salicina, l’asparagina, la populina. In particolare, per idrolisi della salicina, ottenne l’aldeide salicilica e da essa preparò l’acido salicilico. Durante i suoi lavori sull’asparagina scoprì che l’acido nitroso era in grado di trasformare il gruppo ammidico o il gruppo amminico primario in un gruppo ossidrilico con svolgimento d’azoto e ciò fu utilizzato in seguito per la determinazione quantitativa dell’azoto amminico. Mise a punto un metodo per la preparazione delle aldeidi dagli acidi per riduzione dei loro sali di calcio con formiato di calcio e ottenne in tal modo l’aldeide benzoica, la cinnamica e l’anisica. Morì a Torino nel luglio del 1865.

CURIOSITÀ

• Insieme al collega Carlo Matteucci fondò “Il Cimento” (1844) e poi “Il Nuovo Cimento” (1855), la rivista scientifica più importante dell’epoca, alla quale collaboreranno alcuni tra gli scienziati più noti del secolo scorso e che ancora oggi raccoglie i risultati della ricerca scientifica italiana ed internazionale.

• Tra i suoi studi più significativi la sintesi degli aldeidi, che ancora oggi porta il suo nome, e l’isolamento ed il riconoscimento dell’acido salicilico.

• Col nome di reazione di Piria è noto un metodo di preparazione degli acidi arilsulfammici, per reazione dei nitroderivati aromatici con solfito di sodio e per successivo trattamento a caldo del prodotto ottenuto con acido cloridrico.

• Tra i suoi testi va menzionato un Trattato elementare di chimica organica (1841) che ebbe cinque edizioni.

• A lui sono intitolati l’Istituto Tecnico Commerciale di Reggio e il Liceo Scientifico di Rosarno che alla sua nascita era una sezione distaccata del Liceo Scientifico di Palmi. Solo in seguito ad una serie di scioperi e manifestazioni raggiunse l’autonomia nel 1971 e fu allora che si decise di chiamarlo Liceo Scientifico Raffaele Piria, in onore del grande chimico originario di quelle terre.

 

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