COSENZA – Un’università “seduta” su se stessa. Chiusa verso l’esterno. Con molte difficoltà da affrontare. Ma con una credibilità scientifico-accademica e, soprattutto, una “sostenibilità” economica che, almeno nel breve periodo, consente di evitare i problemi con cui invece molti atenei, soprattutto al Sud, sono chiamati a fare i conti.
E’ il quadro della situazione tratteggiato questa mattina dal rettore dell’Università della Calabria, Gino Mirocle Crisci, aprendo l’assemblea “Presente e futuro per il rilancio dell’Unical”, alla quale hanno partecipato numerosi docenti, studenti, tecnici e amministrativi.
Al tavolo della presidenza anche il Prorettore, Guerino D’Ignazio, il Direttore generale, Fulvio Scarpelli, e il Presidente del Consiglio degli studenti, Antonio De Tursi.
Queste le parole del Rettore Crisci «Con i colleghi della Crui abbiamo avuto diversi incontri con il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza e queste occasioni di confronto ci consentono di avere un quadro esauriente delle linee d’azione che nei prossimi mesi dovremo necessariamente mettere in campo. Il ministro ha detto chiaramente che le università italiane, se vorranno vedere aumentata la quota di finanziamento annualmente loro assegnata, dovranno diventare più virtuose. Il che significa puntare con decisione sulla qualità, migliorare la spesa (che sarà soggetta a controlli molto rigorosi) e l’offerta didattica, tenendo conto in particolare delle ricadute della stessa in termini di acquisizione di professionalità da parte degli studenti e di impatto economico per il Paese».
«Se questa strada sarà seguita – ha detto ancora Crisci – è realistico poter contare per il futuro su nuove risorse per il Fondo di Finanziamento Ordinario, con lo sblocco del turn-over ben oltre il 50% attuale, limite che oggi preclude qualunque margine di manovra rispetto ale assunzioni. Bisognerà inoltre lavorare molto in direzione di una forte internazionalizzazione degli atenei, sia in relazione alla capacità di attrarre gli studenti da ogni parte del mondo che a quella di favorire il ritorno dei docenti che hanno scelto di lavorare all’estero».
Crisci, poi, si è soffermato sull’Università della Calabria«Quel che temevo, al momento del mio insediamento ha trovato purtroppo conferma. Qualche anno fa eravamo lanciatissimi verso mete ambiziose e importanti, oggi tutti i settori mostrano sofferenza. Questo, però, non deve scoraggiarci o condizionare in alcun modo la nostra azione quotidiana. Va detto che non partiamo da zero. Ad iniziare dalla situazione economica dell’Ateneo, mentre altri atenei, soprattutto meridionali, debbono fare i conti con una realtà ben diversa».