COSENZA- L’Associazione Internazionale “Amici dell’Università della Calabria”, con Presidente il dott. Aldo Bonifati, esprime il suo ampio dispiacere per la scomparsa del Premio Nobel per la Medicina, Rita Levi Montalcini, che non fece mancare nel 1990 parole di apprezzamento e stima alla comunità universitaria dell’Ateneo di Arcavacata, impegnata nel creare condizioni favorevoli di ricerca scientifica a carattere internazionale attraverso il dipartimento di biologia cellulare ed il Centro Sanitario.
Il 4 giugno 1990 Rita Levi Montalcini, con accanto il Rettore dell’epoca, prof. Rosario Aiello, entrava nell’aula “Umberto Caldora” accolta da un pubblico festante accorso numeroso per rendere onore ad un personaggio già all’epoca entrato nei cuori delle persone per la sua mitezza e la sua disponibilità verso gli altri ed in particolare verso i giovani a sostegno di un progresso scientifico con al centro l’uomo e la qualità della vita in termini prettamente umana. “E’ importante – disse in quella circostanza, come viene riportato nel secondo volume “La Storia dell’Università della Calabria, dalla legge istitutiva alla sua realizzazione” di Aldo Bonifati, pubblicato dalla Pellegrini Editore – che l’uomo si impegni per creare condizioni psicologiche positive in quanto si è convinti che queste possano, a loro volta, favorire la prevenzione o la guarigione da malattie ritenute, a volte, gravi”.
Venne per una lezione sulle nuove frontiere in neuro – immuno – endocrinologia all’interno del corso di aggiornamento professionale organizzato dal Centro Sanitario dell’Università della Calabria, diretto dal prof. Sebastiano Andò, e dall’Ordine Provinciale dei Medici di Cosenza, con presidente il dott. Luigi Maria Greco.
L’aula “Caldora” era gremita da studenti, accademici, politici e professionisti impegnati nel settore medico, tutti interessati ad ascoltare una testimonianza intensa di profondo valore scientifico che la prof.ssa Rita Levi Montalcini tenne avendo come punto di riferimento la valorizzazione della ricerca pura resa praticabile attraverso l’impegno dell’intelligenza umana quale patrimonio appartenente a validi ricercatori del nostro Mezzogiorno. Fu quella l’occasione per citare Luigi Aloe, ricercatore originario di Amantea, suo valido assistente e collaboratore.
Qualche mese dopo e precisamente il 15 dicembre 1990 il Premio Nobel Rita Levi Montalcini ritornò nell’aula “Umberto Caldora” per partecipare ai lavori della “Piria Conference1990”, promossa dalla sezione calabrese della Società Chimica Italiana, in onore dello scienziato calabrese Raffaele Piria. Una buona occasione per consegnare a Luigi Aloe, membro del Consiglio scientifico dell’Istituto di Neurobiologia del CNR, la medaglia d’oro “Piria per la Scienza”, istituita dalla SCI Calabria, diretta dal prof. Nicola Uccella, Preside della Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali dell’Università della Calabria. Un premio istituito quale riconoscimento agli uomini contemporanei calabresi impegnati nella valorizzazione del settore chimico e questo lo meritò all’epoca il prof. Luigi Aloe, originario di Amantea.
Rita Levi Montalcini non fece mancare in quella occasione parole di appruamento nei confronti del suo più attento collaboratore: “La mia speranza – disse – è che questo riconoscimento, che oggi va all’amico Aloe venga dato a molti altri di loro, perché tanto meritato. Il vero valore è nella freschezza dell’approccio agli studi e Luigi Aloe lo ha dimostrato come tecnico manifestando grandi attitudini scientifiche, dedizione ed intuito”.
L’Associazione Internazionale “Amici dell’Università della Calabria” in questa circostanza della sua scomparsa ne vuole ricordare i momenti che hanno coinvolto e stimolato in quelle due giornate tanti giovani studenti del nostro Ateneo che certamente conservano con particolare affetto e stimolo.