COSENZA – Chiusa la campagna elettorale, i cittadini di Cosenza si apprestano ad eleggere domani, 5 giugno, il sindaco ed il consiglio comunale che dovrà amministrare la città per i prossimi cinque anni sempre che non si vada al ballottaggio fissato per domenica 19 giugno.
Sono cinque i candidati a sindaco della città dei bruzi che riportiamo secondo l’ordine di estrazione delle liste, Carlo Guccione, appoggiato dall’alleanza civica progressista composta da otto liste; Mario Occhiuto, anch’esso supportato da ben 15 liste civiche; una lista ciascuno per Gustavo Coscarelli e Valerio Formisani; infine cinque liste a supporto del candidato Enzo Paolini dove invece compaiono i simboli del PSE e del Partito Liberale.
Saranno inoltre impegnati 328 scrutatori più 10 per i seggi speciali in 82 seggi più i cinque speciali. Gli aventi diritto al voto sono 58445.
Le elezioni amministrative italiane del 2016 si terranno in 1.311 comuni. Si voterà in ventisei comuni capoluogo di provincia e in sette comuni capoluogo di regione: Roma, Milano, Bologna, Cagliari, Milano, Napoli, Torino e Trieste.
Alle elezioni amministrative, come avvenuto in quelle del 2013, i cittadini dei comuni superiori ai 5.000 abitanti potranno esprimere due preferenze per i consiglieri comunali purché riguardanti candidati di sesso diverso come stabilito dalla legge 215 del 23 novembre 2012, che promuove il riequilibrio delle rappresentanze di genere nelle amministrazioni locali.
La legge numero 215 del 23 novembre 2012 prevede infatti una duplice misura: la quota di lista e la doppia preferenza di genere. Per quanto riguarda la prima misura, la legge stabilisce che nelle liste dei candidati nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore a due terzi sottolineando che solo nei comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti il mancato rispetto della quota può determinare la decadenza della lista. Invece per i comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti è previsto che nelle liste dei candidati sia assicurata la rappresentanza di entrambi i sessi.
Con la doppia preferenza di genere, si avrà quindi la possibilità di indicare sulla scheda elettorale due nomi di aspiranti consiglieri comunali, un uomo e una donna. Se si voterà per due uomini o due donne, viene considerato valido il primo nome espresso, mentre se si deciderà di dare la doppia preferenza, più donne avranno la possibilità di essere elette in consiglio comunale (passa in ogni caso chi ha più preferenze)
In molti ricordano il 2 giugno 1946 come data storica per il suffragio femminile in Italia, quando si votò per scegliere tra monarchia e repubblica oltre ad eleggere l’Assemblea costituente. In realtà la prima occasione di voto per le donne furono le elezioni amministrative del 10 marzo 1946 quando l’elettorato attivo femminile rispose in massa, con un’affluenza che superò l’89%. Le donne andarono alle urne in 436 comuni. Vennero elette circa 2mila donne nei consigli comunali, la stragrande maggioranza nei partiti di sinistra. Una partecipazione femminile al voto davvero straordinaria si registrò anche il 2 giugno del 1946 quando furono elette 21 donne all’Assemblea Costituente (su 226 candidate) pari al 3,7%: 9 della Democrazia cristiana, 9 del Partito comunista, 2 del Partito socialista e una dell’Uomo qualunque. Cinque deputate entrarono a far parte della “Commissione dei 75″ incaricata dall’Assemblea per scrivere la legge più importante dello Stato italiano, vale a dire la Carta costituzionale: Maria Federici, Angela Gotelli, Tina Merlin, Teresa Noce e Nilde Iotti (prima donna poi a diventare presidente della Camera dei deputati dal 1979 al 1992 nonché prima donna nella storia d’Italia a ricoprire una delle cinque più alte cariche dello Stato).
Le operazioni di scrutinio inizieranno nella stessa giornata di domenica 5 giugno 2016, subito dopo la chiusura delle operazioni di votazione, l’accertamento del numero dei votanti e le altre operazioni preliminari e dovrà terminare indicativamente per le ore 12 salvo cause di forza maggiore.
Fase delicata dunque quella delle elezioni che non manca di tingersi di giallo. Due sono le circostanze rilevate; la prima relativa all’accertamento delle deleghe con firme false per il ritiro delle tessere elettorali di cittadini, molti dei quali di nazionalità rumena. Per questo motivo è stato denunciata una persona dopo la segnalazione di un cittadino recatosi negli uffici di via Bengasi per ritirare la tessera elettorale che risultava invece già ritirata per delega. Ma quella delega, come tante altre, recava una firma falsificata. Per questo motivo sono stati allertati i carabinieri ed è stato presentato un esposto in Procura a carica di un uomo denunciato a piede libero.
Il secondo episodio riguarda invece l’effrazione avvenuta nella sede di NCD. Ignoti, dopo avere forzato la porta di ingresso, si sono introdotti nella sede regionale del Nuovo centrodestra, sede anche della segreteria della lista ispirata dallo stesso partito “Cosenza popolare” che sostiene la candidatura a sindaco di Enzo Paolini, del Pse.
Fiorenza Gonzales