CATANZARO – La Regione ha partecipato alla conferenza dei servizi che si è svolta a Reggio, nella sede dell’Agenzia Nazionale per i beni sequestrati e confiscati. «Se è vero che il contrasto effettivo alla criminalità organizzata – ha detto Antonio Viscomi – passa attraverso la confisca dei patrimoni, è altrettanto vero che le Istituzioni pubbliche hanno il dovere di fare in modo che i beni confiscati siano restituiti e fruiti dalla collettività». Sui ventisei beni richiesti dalla Regione vi era una concomitante richiesta di altri Enti dello Stato, per il tramite dell’Agenzia del Demanio e del Comune di Reggio Calabria. I beni richiesti dalle Amministrazioni dello Stato, per esigenze di allocazione di Uffici o di alloggi delle forze dell’ordine, naturalmente godono di una sorta di corsia preferenziale e sono stati assegnati con priorità. Tuttavia, alcune richieste della Regione hanno trovato accoglimento, grazie anche all’azione sinergica con il Comune di Reggio. In particolare, i beni richiesti per il progetto dell’Azienda Ospedaliera di Reggio, che prevede l’utilizzazione dei beni come alloggi da destinare alle famiglie dei pazienti adolescenti assistiti nel reparto oncologico dell’Azienda Ospedaliera, troverà accoglimento attraverso la richiesta congiunta di Regione e Comune che sosterranno il progetto dell’Azienda mediante il trasferimento di sei immobili assegnati. Un complesso di altri tre immobili, saranno assegnati alla Regione ed al Comune di Reggio per essere destinati ad un polo di protezione civile mediante l’insediamento degli Uffici della Protezione Civile regionale e di strutture della protezione civile comunale e/o di associazioni di protezione civile cui il comune potrà destinare un immobile. Infine, per le esigenze di allocazione degli Uffici di “Fincalabra” , è stato individuato un immobile in posizione centrale della città. «Ridare alla collettività i beni confiscati alla ndrangheta – ha dichiarato il Vicepresidente Viscomi – non è una scelta basata su valutazioni di costo: è un dovere civico inderogabile che ogni amministrazione pubblica deve assumere come proprio, anche in rete con tutte le altre amministrazioni. Ciò è quello che ha fatto e continuerà a fare la Regione Calabria».