RENDE(CS)-Un vademecum sulle modalità di partecipazione all’iniziativa che verrà inviato a circa 16mila famiglie rendesi, un sondaggio che coinvolgerà un campione rappresentativo di 800 cittadini, un forum di confronto con i principali “portatori di interesse” del territorio, circa 900mila euro nella disponibilità della comunità, per il biennio 2016-2017, per condividere, indicare una priorità o un suggerimento per un intervento da realizzare per migliorare la qualità della vita di Rende.Queste, in sintesi, le fasi del processo di rendicontazione sociale che porteranno alla realizzazione del primo Bilancio Partecipativo del Comune di Rende nonostante una rilevante riduzione dei trasferimenti per 3 milioni di euro e la beffa del Fondo di solidarietà comunale, aiuto che viene dato ai comuni più poveri dal punto di vista fiscale per poter amministrare con maggiore serenità: il Comune riceve meno risorse di quanto ne versa allo Stato per alimentare il fondo. A fare da contrappeso alla sforbiciata statale, le misure anti-dissesto finanziario messe in campo dal governo comunale che hanno già risotto sprechi e costi per 3,2 milioni di euro.Sono tutti elementi emersi durante la conferenza stampa di presentazione del Bilancio partecipativo, stamane nella sala di rappresentanza del Comune di Rende, durante la quale il primo cittadino, Marcello Manna, l’assessore al Bilancio, Antonio Crusco, il dirigente al Bilancio, Antonio Infantino e il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio hanno risposto alle domande dei giornalisti.«Il Comune, credendo fortemente nello strumento del bilancio partecipativo, – dichiara il sindaco di Rende, Marcello Manna – mette a disposizione di questo processo una parte delle spese correnti e in conto capitale, attualmente disponibili, su cui verrà richiesto ai cittadini il livello di condivisione, di priorità e di programmazione nelle decisioni da assumere e nelle scelte da adottare. Abbiamo ritenuto estremamente proficuo, a partire da quest’anno, avviare il processo di rendicontazione sociale, un’opportunità offerta dai cittadini a noi amministratori – conclude Marcello Manna – di poter migliorare la qualità della vita della nostra Città valorizzando, in modo significativo, il contributo e la voglia di partecipazione dei rendesi. Coinvolgiamo i cittadini nella amministrazione della città, rendiamo trasparente la casa comunale, acquisiamo il dato per progetti futuri. Tre punti essenziali di una vera e propria rivoluzione politica e amministrativa. Se il cittadino conosce i problemi della città, le distanze con la casa comunale si azzerano. Essere consapevoli significa essere vicino al modo di amministrare».«Il Bilancio partecipativo – spiega l’assessore al Bilancio, Antonio Crusco – è uno strumento per promuovere la partecipazione di tutti coloro che vivono a Rende alle politiche pubbliche locali, e in particolare, al bilancio preventivo dell’ente cioè alla previsione di spesa e agli investimenti pianificati dall’amministrazione. I risultati emersi dalla fasi di ascolto della collettività – precisa l’assessore al Bilancio, Antonio Crusco – consentiranno la realizzazione del Bilancio Partecipativo che, previa valutazione dell’Amministrazione comunale, costituiranno parte integrante dei bilanci di previsione e consuntivo da sottoporre all’approvazione del Consiglio comunale».«L’adozione degli strumenti della rendicontazione sociale, quali azioni di democrazia diretta – spiega il presidente dell’Istituto Demoskopika, Raffaele Rio – produce, gradualmente nel tempo, tangibili miglioramenti nel rapporto tra la rappresentanza locale e la collettività. È un processo innovativo è come tale richiede costanza, tempo e forte senso di appartenenza alla comunità. Uscire dalla logica dei freddi “numeri della contabilità” spesso incomprensibili, dalle scelte non sempre trasparenti o dai bilanci poco accessibili, di certo facilita il rilancio del livello di fiducia e il dialogo con la collettività. In questa direzione – conclude Raffaele Rio – il Bilancio Partecipativo insieme al Bilancio Sociale possono rappresentare ottimi antidoti».