Commissione contro la ‘ndrangheta, Bova si autosospende dalla carica di presidente

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REGGIO CALABRIA – «L’attenzione dedicata da alcune testate giornalistiche locali in ordine a fatti che non hanno nessuna rilevanza penale e sono risalenti negli anni, mi impone una riflessione sul ruolo che la politica e i rappresentanti delle istituzioni devono tenere in un momento delicato nella vita dell’intero Paese». Lo afferma, in una dichiarazione, il consigliere regionale della Calabria Arturo Bova, presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta. «A prescindere da ogni mia personale valutazione e da ogni mio personale interesse a chiarire l’irrilevanza e la pretestuosità della notizia giornalistica che, ripeto, nulla ha a che vedere con l’operazione “Jonny”, a prescindere da una specchiata e riconosciuta moralità tanto nella vita privata, tanto nella vita professionale quanto e soprattutto nella vita istituzionale – aggiunge Bova – ritengo che sia mio preciso dovere salvaguardare la Commissione contro la ‘ndrangheta che mi onoro di presiedere e l’intero Consiglio regionale, dall’esposizione mediatica e dal pregiudizio che ne deriverebbe nel faticoso e difficile processo riformatore che stiamo cercando di mettere in atto per risollevare le sorti della nostra martoriata terra. Ho sempre detto, sia pubblicamente che in privato, che i rappresentanti della politica e delle istituzioni non dovrebbero mai e poi mai anteporre la loro figura privata a quella delle istituzioni o del partito politico che rappresentano. Ho già detto in passato che non avrei esitato un attimo a lasciare l’incarico, qualora ciò fosse servito a rafforzare la credibilità di questa consiliatura nei confronti di una disillusa, stanca e irretita opinione pubblica. Siamo ad un passo dall’approvazione della legge regionale contro la ‘ndrangheta. Il Consiglio regionale, anche grazie all’impulso della Giunta, ha approvato importanti leggi che caratterizzano e qualificano un processo riformatore che non ha precedenti. A nessuno di noi è dato di frenare gli esiti collettivi di quel processo riformatore, soprattutto sotto l’aspetto della percettibilità e credibilità nei cittadini. Queste considerazioni – dice ancora il consigliere Bova – mi impongono di sospendere ogni mia attività connessa alla carica di presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta, al fine di porre fine ad un linciaggio mediatico annunciato e di fornire, ove ne fosse bisogno, ogni chiarimento politico. Lo faccio con la consapevolezza che entro meno di un mese si dovrà procedere al rinnovo delle cariche, comprese quelle dei presidenti di commissione. Un lasso di tempo che mi permetterà di fornire pubblicamente ogni chiarimento e di risalire, a ritroso, a vicende che erano state già abbondantemente chiarite nell’anno 2009. Mi rammarica soltanto che si sia voluto associare una notizia giornalistica risalente negli anni, priva di qualsivoglia rilievo penale, ad un’operazione giudiziaria di così grande qualità e che nulla ha a che vedere con la mia persona. E che lo si sia fatto senza sentire neppure la necessità di chiedere al sottoscritto alcun chiarimento. Mi domando in quale atto di quell’operazione sia comparso il mio nome o un qualsivoglia riferimento alla mia persona».

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