COSENZA – Punta alla costituzione di un tavolo interistituzionale Carlo Guccione, con l’obiettivo di focalizzare l’attenzione sul centro storico di Cosenza e di promuovere un piano di messa in sicurezza. Il consigliere comunale della Grande Cosenza ha convocato assieme ai suoi colleghi di opposizione una conferenza stampa per affrontare il problema. «Abbiamo capito – ha detto – perché Sgarbi non c’era al consiglio comunale in cui abbiamo affrontato la questione: ha rilasciato un’intervista in cui ha sostenuto di non poter fare l’assessore al Centro storico perché non è stato messo in grado di lavorare. Quindi constatiamo che le critiche da noi avanzate in questi mesi sono quelle che arrivano dall’interno della sua giunta. Abbiamo avuto ragione anche sulla metrotramvia – ha sostenuto ancora Guccione – il sindaco è passato da una campagna contro la metrotramvia ad affermare che si farà. Noi, ovviamente, siamo contenti. La metrotramvia porterà il centro storico al centro dell’area urbana». Ritornando sulla questione centro storico di Cosenza poi l’esponente politico ha sostenuto: «Bisogna mettere in sicurezza il centro storico attraverso l’utilizzo di particolari risorse. Chiediamo al sindaco – ha detto ancora Guccione – di individuare tre o quattro edifici da mettere in sicurezza con un finanziamento a fondo perduto – che ci sarà a breve – di 18 milioni di euro. Ci sono circa 10 milioni di euro non utilizzati dell’Apq per la messa in sicurezza del territorio. C’è stata una riunione alla Regione e si è deciso che l’asse Cosenza-Rende avrà a disposizione circa 35 milioni di euro. Quindi, nella città dei Bruzi arriveranno circa venti milioni di euro e questi potranno essere usati per la messa in sicurezza del centro storico. Abbiamo chiesto alla Comunità europea – ha proseguito – di accedere agli investimenti strategici, nei quali rientrano anche i centri storici. Abbiamo la possibilità di verificare se ci sono le condizioni per fare una operazione di questo tipo. Non mancano le risorse. Il centro storico si trova in queste condizioni – ha concluso – perché dopo Giacomo Mancini non si è fatta manutenzione né ordinaria né straordinaria».