COSENZA – «Cosa sta accadendo a Palazzo dei Bruzi?» È quanto si chiede Damiano Covelli, del Partito Democratico, in una lunga nota stampa. «Così come avevamo annunciato nel corso della conferenza stampa dello scorso 2 marzo, abbiamo chiesto l’audizione del responsabile dell’ufficio legale, avvocato Giovanni De Rose, in merito alla sentenza che condanna il Comune di Cosenza a risarcire Equitalia facendosi carico dei debiti privati del sindaco Mario Occhiuto. Ma ieri (lunedì, ndr) alla Commissione Controllo e garanzia non si è presentato nessuno, né ci è stata fornita alcuna motivazione sulla mancata audizione. È un atteggiamento che ormai va avanti da tempo, visto che più volte abbiamo denunciato la vicenda e chiesto chiarimenti anche attraverso un’interrogazione inviata al sindaco».
«Siamo di fronte all’ennesimo gesto di arroganza politica – prosegue senza mezzi termini Covelli -, di scarsa trasparenza da parte di questa amministrazione. Non solo all’epoca non vi è stata nessuna collaborazione da parte del Comune verso Equitalia che contesta al sindaco debiti per 1,770 milioni di euro di tasse non pagate, ma anche la decisione di non costituirsi in giudizio è stata una scelta di tipo politico-amministrativa. E oggi questa amministrazione continua a svolgere le sue funzioni in maniera poco democratica, non ritenendo di dover fornire alcuna spiegazione al riguardo».
«Lunedì durante la Commissione speravamo di ottenere risposte su una vicenda che ha avuto ripercussioni anche sulla stampa nazionale. Da parte dell’opposizione non c’è alcun accanimento personale, ma abbiamo semplicemente svolto una doverosa funzione di controllo chiedendo un’audizione in Commissione Controllo e garanzia. Nessuno però ritiene di dover fornire delucidazioni ai cittadini che continuano a interrogarsi su quali valutazioni siano state fatte quando ad esempio si è decisa la mancata costituzione in giudizio o sul fatto che non sia stata data alcuna risposta alla richiesta di Equitalia, arrivata alla Ragioneria, sull’esistenza di eventuali somme pignorabili. Sono scelte che andrebbero motivate. Non siamo organi inquirenti, ma a chi bisogna rivolgersi per essere informati e capire le ragioni delle scelte amministrative? Una cosa è chiara – e conclude Covelli -: Occhiuto e i suoi più stretti collaboratori vogliono mantenere il più stretto riserbo su questa vicenda. Ma con l’arroganza e la superbia non si gestisce la cosa pubblica e il Comune non può continuare ad essere gestito come se fosse proprietà privata, senza avere alcun rispetto nei confronti dei cittadini».