LAMEZIA TERME (CZ) – Si dimette la consigliera comunale di Lamezia, Marialucia Raso, dopo il fermo per mafia del fidanzato Alessandro Gualtieri, coinvolto nell’ambito dell’operazione “Crisalide”. Le indagini sono coordinate dalla Dda di Catanzaro e condotte dai carabinieri contro la cosca Cerra – Torcasio – Gualtieri. La consigliera Raso non risulta essere indagata. Aveva in principio pensato di auto-sospendersi ma, secondo quanto riferisce in un comunicato, ha deciso di dimettersi per sottolineare la propria onestà e rispetto verso le istituzioni. «Ho trovato inappropriato, fuori luogo e indecente – ha sostenuto la Raso in una nota – il modo in cui la mia persona e la mia immagine sono state trattate. Prendo questa sofferta decisione solo per il bene della cosa comune con la consapevolezza della mia assoluta onestà, e constatando, dopo le pubbliche dichiarazioni da parte del sindaco, di non poter più adempiere pienamente al mandato che i cittadini avevano scelto per me».
Presente anche la disuguaglianza di genere
La consigliera sostiene inoltre di essersi trovata al centro di un vero e proprio discrimine verso il genere femminile: «Se nel mirino c’è una donna non le viene perdonato nulla – afferma -, esistono ancora purtroppo nel nostro Paese le disuguaglianze di genere. Lascio il consiglio comunale amareggiata e delusa – ha concluso Marialucia Raso – ma con l’augurio che possa continuare serenamente a svolgere il mio ruolo, perché finalmente l’apparenza lasci il posto alla sostanza».
Altre figure interessate
Dopo l’inchiesta, il prefetto di Catanzaro Luisa Latella, su delega del Viminale, ha inviato in Comune la commissione d’accesso. Nell’inchiesta, infatti, sono indagati anche il vicepresidente del consiglio comunale Giuseppe Paladino e Pasqualino Ruberto. Il primo si è dimesso, il secondo era stato già stato sospeso dopo un arresto avvenuto nel febbraio scorso, a seguito di un’altra inchiesta.
Sabrina Spina