ARCAVACATA DI RENDE (CS) – Incombono i pericoli del dissesto idrogeologico sulla nostra regione: a lanciare l’allarme il presidente della provincia di Catanzaro, Enzo Bruno, nell’ambito della tre giorni “Cantiere Calabria” in corso di svolgimento presso l’Università della Calabria. Bruno, che ricopre anche la carica di presidente di Upi Calabria, nel tavolo “Calabria sicura: riqualificazione e messa in sicurezza del territorio” ha fatto riferimento all’estrema vulnerabilità della regione, dichiarando di fromte a docenti ed esperti del settore la necessità di intervenire prima che il problema divenga critico. «La nostra è una regione fragile – ha dichiarato Enzo Bruno – che necessita di interventi strutturali e di messa in sicurezza per scongiurare le conseguenze nefaste di immancabili calamità naturali. Manutenzione ordinaria e straordinaria devono essere realizzate in maniera adeguata attraverso la costruzione di una rete istituzionale che condivida intenti e progetti. Una azione partecipata, insomma, che non può fare a meno del patrimonio di competenze e professionalità maturate nel settore del contrasto al dissesto idrogeologico dalle Province. Gli Enti intermedi hanno esercitato questa funzione fondamentale per la tenuta e la sicurezza del territorio, assegnata con la legge 34/2002, fino all’entrata in vigore della riforma delle autonomie locali (la cosiddetta Delrio) che ha trasferito la competenza in capo alla Regione, aprendo un pericoloso vulnus operativo. E mentre le Province si sono occupate di monitorare e ripulire aste fluviali in maniera adeguata, scongiurando il peggio in caso di alluvioni, ad oggi la disattenzione e il disinteresse alla manutenzione di fiumi e torrenti rende la nostra regione vulnerabile e poco sicura. Quello che lanciamo è un vero e proprio grido d’allarme per scongiurare nell’immediatezza i pericoli delle possibili alluvioni che potrebbero colpire il territorio anche alla luce della torrida estate che ha segnato la Calabria.
A questo aggiungiamo che ci sono pezzi di territorio, mi riferisco alla provincia di Vibo Valentia, assolutamente scoperti in termini di sicurezza a causa delle disastrose condizioni economiche consolidate da un dissesto che risale al 2011: l’impossibilità di assicurare la manutenzione e il controllo strutturale di 32 edifici scolastici e 900 chilometri di strade significa negare a quella comunità di vivere in sicurezza e con servizi adeguati. Da presidente di Upi Calabria, oltre che della provincia di Catanzaro, alla regione chiedo di fare delle province “il proprio braccio armato”: le nostre competenze, professionalità ed esperienze vanno tenute in considerazione così come le rivendicazioni finanziarie sostenute, nell’interesse esclusivo della sicurezza e dello sviluppo economico e sociale delle nostre comunità».