COSENZA – Prosegue serrata la campagna elettorale dei candidati alla carica di Sindaco per il Comune di Cosenza. Alleanze, proposte di sostegno, botta e risposta ma, soprattutto, incontro e contatto con i principali interlocutori: i cittadini elettori. Tutto questo comporta una campagna elettorale e lo sa bene Mario Occhiuto, da quattro mesi ormai in tour per le strade e le piazze della città bruzia. «Una campagna elettorale è fatta principalmente di scambi umani, emozioni, confronti continui con tipologie di persone differenti, di qualsiasi estrazione sociale, di qualsiasi livello culturale e anche ideologico. Per me questa campagna elettorale, comunque andrà, resterà indimenticabile perché ho ricevuto e continuo a ricevere, da parte della gente, un tale calore che ogni volta mi commuovo». Queste le parole del primo cittadino uscente, Occhiuto in una recente uscita pubblica.
«Al di là del dibattito programmatico sui progetti per la città – ha proseguito Occhiuto – sento di dovere evidenziare un aspetto che nel vortice della propaganda elettorale non viene quasi mai colto nelle analisi che se ne fanno. Impareggiabile è avvertire forte la speranza negli occhi di chi mi viene incontro, o la fiducia nelle mani di chi me le tende per un saluto. Io nei cittadini non vedo numeri tradotti in voto. Vedo i sogni per il futuro, le speranze per i loro figli. Spesso volutamente, tra un comizio e l’altro, mi soffermo a osservare da una prospettiva diversa per conservare nella mia memoria i sentimenti di certi momenti irripetibili. L’affetto dei cittadini per quanto mi riguarda mi ha già fatto vincere contrastando i veleni e le maldicenze di chi non si impegna per costruire ma solo per scadere nel dossieraggio che poco importa alle persone che invece attendono proposte per una città più bella. Dal canto mio – ha concluso il candidato Occhiuto – proverò sempre a restare un lucido visionario che, nel rispettare la sovranità del popolo, non dimentica che la vita di tutti noi è fatta soprattutto di poesia. Oltre qualsiasi forma di odio».