Elezioni Cosenza, Presta lascia a piedi il Pd. E scatta il toto-candidato

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COSENZA – Entrare nel merito dei motivi che hanno indotto Lucio Presta a ritirare la propria candidatura a sindaco della città di Cosenza è un esercizio inutile. Se vi sono, come tutto lascia intendere, ragioni molto gravi di natura personale, il rischio è di irrompere in questioni delicate che rientrano nella sua sfera più intima. Se le ragioni sono prevalentemente politiche, con l’imminenza della presentazione delle liste è inutile attardarsi sulle riflessioni e sui ragionamenti. Ci sono però dei dati oggettivi da cui non si può sfuggire: Lucio Presta è stato il grande assente di questa campagna elettorale. Del manager cosentino si erano perse le tracce anche prima di quest’ultima settimana. Assente dalla città, scomparse le inserzioni pubblicitarie sui quotidiani locali, latitante nel dibattito politico. La sua segreteria, dopo l’evento con Paolo Del Debbio, non ha sfornato un comunicato stampa per undici lunghissimi giorni, un’eternità. Le ripercussioni sono apparse a tutti evidenti. Ed hanno alimentato tensione e nervosismo. E rumors. Perché già a metà aprile la voce di un ritiro di Presta è circolata con insistenza. Tanto da costringere lo stesso Presta a convocare una conferenza stampa per ribadire il suo impegno in questa competizione amministrativa. Adesso che nell’Alleanza Civica manca all’appello il capo della coalizione, i mal di pancia affiorano rischiando di esplodere in maniera dirompente. I tempi ristretti del voto impongono di voltare pagina e passare alla fase operativa. Enzo Paolini ha già messo da parte ogni rancore, candidandosi alla guida degli schieramenti determinanti per la conclusione anticipata dell’amministrazione Occhiuto. «Se volete io ci sono» ha in sostanza fatto sapere il leader del Pse, pronto a dimenticare tutte le polemiche al vetriolo che hanno scandito nelle ultime settimane i rapporti con il Partito Democratico. Il Nuovo Centro Destra potrebbe fungere da anello di congiunzione. Questa strada, la più logica, al momento sembra paradossalmente la meno percorribile. L’altra ipotesi sul tavolo è quella della candidatura di Giacomo Mancini, non soltanto per il nome che porta, ma anche per lo spessore della sua esperienza politica che lo ha già portato a ricoprire numerose cariche istituzionali tra le quali quella di deputato e di assessore regionale. Una soluzione interna al Pd riporta al nome dell’ex assessore regionale al lavoro Carlo Guccione. Potrebbero ricevere una proposta di candidatura anche Marco Ambrogio, Franz Caruso e Bianca Rende. Ci sono infine altre due strade: quella che conduce a Nicola Adamo e quella di candidare Ennio Morrone che, in caso di successo, lascerebbe il suo scranno in consiglio regionale proprio a Giacomo Mancini. Magorno ha annunciato una soluzione per le prossime ore.

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