COSENZA – In riferimento alle dichiarazioni del Consigliere Giudiceandrea arriva la presa di posizione del Partito Democratico di Cosenza.
«La Direzione provinciale ha deciso di presentare alle prossime Elezioni provinciali la lista “Provincia Democratica” – si legge nella nota – dando mandato ad una commissione di verificare, stante la richiesta di Giudiceandrea, la possibilità di mettere in campo una seconda lista, da concordare insieme, al fine di allargare il campo delle forze progressiste e democratiche.
La commissione ha interloquito con Rosario Perri che, in nome e per conto del Gruppo regionale “Democratici e Progressisti”, ha lavorato con la commissione del PD al fine di preparare la lista “Insieme per la Provincia”».
«La sera di domenica la lista è stata completata ed è stata custodita dallo stesso Perri – prosegue la nota – incaricato per la presentazione della stessa per come richiesto in precedenza espressamente da Giudiceandrea. La mattina dopo è stata presentata da Rosario Perri una lista difforme da quella concordata fino alla sera prima tant’è che al posto del consigliere di Cleto Fedele Montuoro, proposto da Giudiceandrea, è stato inserito Marco Ambrogio. La lista è stata solo nella disponibilità di Perri che, evidentemente in nome e per conto del movimento politico DP, si è assunto la responsabilità di modificare la lista da quella concordata con la Commissione del Partito Democratico.
Ovviamente, il blitz per sostituire il nome è avvenuto non attraverso una decisione condivisa e in maniera trasparente assunta in sede politica. È stato un vero e proprio colpo di mano, assecondato dal presentatore della lista, nonché collaboratore di Giudiceandrea.
Anche le pietre sanno che sulla candidatura di Marco Ambrogio era stata fatta una valutazione negativa nella Direzione provinciale del Pd per le sue posizioni di aperto sostegno a Mario Occhiuto, motivo per cui la commissione ne aveva deciso a maggioranza l’esclusione. È ovvio che chi ha fatto il blitz ha condiviso questa deriva trasformistica e immorale di cui è protagonista chi nel PD esprime piena subalternità e consenso verso la candidatura alla regione di Mario Occhiuto. Per quanto riguarda il segretario di federazione ha semplicemente difeso l’unità e l’autonomia del PD rispetto a tale deriva».