CATANZARO – «La democrazia è un bene prezioso che non può essere dato per scontato. Festeggiare l’Unità nazionale e le sue Forze Armate significa ringraziare ancora una volta quanti, sacrificando la loro esistenza, ci hanno consegnato la fine della prima Guerra mondiale e la speranza di un futuro di pace. Ricordare per non dimenticare, insomma, significa celebrare quanti hanno costruito la pace per una Italia libera, democratica, indipendente e di nuovo protagonista rispettata nella comunità internazionale». Il presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno, ha partecipato alla cerimonia dell’Alzabandiera e degli Onori ai Caduti con la deposizione delle corone da parte del prefetto di Catanzaro, Luisa Latella, in rappresentanza del Governo, e delle Forze Armate, in occasione delle celebrazioni del 4 novembre e per la festa dell’Unità nazionale, svolta questa mattina in Piazza Matteotti nei pressi del monumento ai caduti. La manifestazione ha fatto seguito alla messa solenne celebrata nella Chiesa del San Giovanni dall’arcivescovo di Catanzaro-Squillace, monsignor Vincenzo Bertolone. Presenti gli studenti delle scuole cittadine e in particolare i rappresentanti della Consulta studentesca e del liceo scientifico “Siciliani” di Catanzaro che hanno ricevuto la bandiera italiana.
«Alle Forze Armate, presidio delle istituzioni repubblicane, ai militari che all’estero rischiano la vita, per la pace e la convivenza tra i popoli e le nazioni – ha affermato il presidente Bruno al termine della cerimonia – va il nostro sentito ringraziamento: hanno il difficile compito di contrastare e prevenire la pericolosa deriva violenta che terrorizza molte zone nel mondo. Ma spetta alle istituzioni, con la legalità, la trasparenza e il rispetto delle regole nell’agire quotidiano, contribuire in maniera concreta ad inserire anticorpi sociali ad ogni forma di violenza ed integralismo per la valorizzazione e la diffusione della cultura della solidarietà e dell’accoglienza. A partire dalle scuole, che oggi sono ben rappresentate da tanti studenti».