Franco Bruno duro con l’amministrazione provinciale di Cosenza

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COSENZA – Non usa mezzi termini il candidato consigliere Franco Bruno per analizzare l’attuale amministrazione provinciale di Cosenza. Questo l’intervento di Bruno:

«Senza particolare sorpresa, ho ricevuto, per conoscenza, una nota sottoscritta da 37 dipendenti della Provincia di Cosenza  indirizzata al Consigliere Anziano, abusivo autoproclamato facente funzioni, che allego per renderla nota ai cittadini di questa provincia. Evitando ogni strumentalizzazione di sorta, per rispetto e riguardo nei confronti del gruppo di lavoratori che ho avuto il piacere e l’onore di conoscere personalmente, esprimo la mia piena solidarietà nei confronti di ciascuno di loro, raggirati ed ingannati, spregiudicatamente, da un soggetto esclusivamente impegnato a rastrellare consenso per l’occupazione di uno scranno, quello provinciale, divenuto essenziale per quel briciolo di notorietà altrimenti dissolto nella nebbia dell’incapacità e dell’assoluta inconcludenza.

Illudere senza pudore le ragioni altrui, mortificare sfacciatamente le aspettative di una vita lavorativa, umiliare senza ritegno le intime speranze di uomini e donne per un futuro diverso, migliore, delineano la natura di un avventore politico, più volte smascherato nelle sue marachelle che, dopo il 29 gennaio 2017, nessuno più ricorderà se non per gli inganni e le conferenze stampe. Lo ricorderemo per gli incarichi ai Sindaci di Longobardi (compenso oltre 15.000 euro), di Morano Calabro (compenso oltre 15.000 euro), di Pedace (compenso oltre 7.000 euro), di Scalea ( in un organismo della Regione Calabria “Comitato della Mobilità”), per gli incarichi a numerosi colleghi avvocati quasi tutti di marcata provenienza tirrenica, per quelli (6 incarichi da 2.000 euro l’uno) costruiti artatamente con un bando invisibile, senza criteri e senza parametri di valutazione, rimasto esposto soli sette giorni (di cui uno oscurato) in violazione delle più elementari norme di pubblicità e trasparenza. Lo ricorderemo per la sua ferrea presa, “lui non molla”, con la quale ha afferrato la poltrona ed il potere per stringerli a se in una sorta di simbiosi irreversibile. Lo ricorderemo per le sue scomposte ed inutili esternazioni, per aver valorizzato burocrati dimenticati dal mondo e dagli uomini, divenuti d’un tratto protagonisti incontrastati di un periodo tormentato, interpreti illuminati di norme inesistenti che hanno reso possibile la sua assurda ed inspiegabile auto proclamazione. Lo ricorderemo per i cambi di profili adottati dai suoi più fidati burocrati, in questi ultimi giorni di permanenza nel ruolo di autoproclamato f.f., che tanto scompiglio hanno arrecato nell’ambito dell’organico del corpo della Polizia Provinciale, ove, in violazione di ogni criterio di salvaguardia delle pari opportunità, tre unità  vengono “promosse” ad altre funzioni mentre le altre cinquanta dovranno proseguire nelle attuali funzioni senza neppur poter partecipare ad una regolare procedura pubblica per la valutazione dei meriti e dei curricula. Lo ricorderemo unitamente agli studenti dell’ITCG Pizzini di Paola che, con grande maturità e senso di responsabilità, protestano civilmente per respingere il tentativo di sottrarre ai luoghi della formazione e della crescita culturale spazi e strutture per questo finanziate, concepite e realizzate. Lo ricorderemo per le sue sterili quanto inutili manovre per evitare il voto del 29 gennaio 2017, per il colpevole ritardo con cui la Provincia di Cosenza avrà i suoi legittimi amministratori, quando ormai nel resto del Paese sono già tutti a lavoro per corrispondere alle istanze della gente.

Proveremo a rimediare, a dimenticare in fretta questa brutta esperienza mettendoci, con umiltà e senso di responsabilità, al servizio delle comunità, dei territori in una corretta dialettica istituzionale con il futuro Presidente ed il nuovo Consiglio Provinciale. Lavoreremo per sostenere le giuste ragioni di quanti sentono di rendere una proficua presenza in questa nostra realtà, di quanti desiderano operare negli spazi straordinariamente belli della nostra terra resi, troppo spesso, angusti dalla protervia e dalla insensibilità di una classe dirigente incosciente, stolta e distratta da interessi malsani ed inconfessabili. Lavoreremo per rendere la nostra gente libera da quanti pensano di dominarla e non governarla, da quanti, soprattutto, non intendono “mollare” il potere».

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