COSENZA – “ Con riferimento alla proposta di inserire “lo jus soli” in sede di integrazione dello statuto comunale, svi è una triplice (almeno!) violazione di legge in quanto in Italia il concetto di cittadinanza è disciplinato dalla Legge n. 91 del 5 febbraio 1992, la quale, modificata ed integrata nel tempo, disciplina tanto i modi di acquisto (in capo agli individui) che di richiesta (da parte degli stranieri) della cittadinanza, per cui, in ragione del principio della gerarchia delle fonti, non è data la facoltà di derogare la legge con altro atto e/o norma di rango inferiore Lo afferma l’avvocato Pio De Micieli De Biasi dirigente cittadino della Lega di Cosenza. Trattandosi di cittadini extra Ue (si badi bene!), – dice l’esponente della Lega – la proposta comunale non tiene in alcun conto del necessario vincolo derivante dal regime di reciprocità rispetto agli ordinamenti degli stati esteri coinvolti; invero, in caso di “stranieri”, la principale norma italiana di riferimento è l’articolo 16 delle Disposizioni sulla legge in generale (le cosiddette “preleggi”), approvate con R.D. n. 262 del 16 marzo 1942, che dispone che “”Lo straniero è ammesso a godere dei diritti civili attribuiti al cittadino a condizione di reciprocità e salve le disposizioni contenuti in leggi speciali. Questa disposizione vale anche per le persone giuridiche straniere”.
Peraltro, la giurisprudenza stessa definisce il principio di reciprocità quale “condizione di efficacia della norma che attribuisce un diritto allo straniero”, specificando ulteriormente che la reciprocità rileva “non come fondamento del diritto, bensì come condizione di efficacia della suddetta norma” (Cass. SS.UU. Sent. 18 marzo 1999 n. 147); Invitiamo – continua l’avv. De Biasi – il segretario generale del comune a bloccare l’approvazione di una delibera consiliare palesemente illegittima che ci costringerebbe a rivolgerci all’autorità giudiziaria amministrativa con un aggravio di spese per la collettività. Su questo punto abbiamo impegnato il nostro capogruppo regionale, Simona Loizzo, ad assumere tutte le iniziative più opportune, così come la consulta cittadina del partito. Assurdo anche prefigurare l'opzione dei cittadini minori onorari, come se il consiglio comunale fosse una sede legislativa nazionale. Il nostro appello al segretario generale – conclude la nota – non è sul merito ma sulla sostanza :inserire atti illegittimi nello Statuto sarebbe un vulnus per la tradizione giuridica della città.