COSENZA – «La crisi del Porto di Gioia Tauro è sotto gli occhi di tutti. Pur trattandosi di una delle più grandi infrastrutture portuali del mondo e sicuramente di uno snodo per il traffico merci commerciale di rilevantissima proporzione strategica ad oggi la struttura non solo è palesemente sottoutilizzata (il riferimento è chiaramente al retro-porto non sfruttato, né utilizzato se non per minima parte), ma addirittura, per la mancanza di chiare strategie industriali e di idonea programmazione, rischia costantemente l’ulteriore sottodimensionamento e la chiusura, con il personale, a più riprese, licenziato e riassunto».
Il senatore forzista Marco Siclari interviene così su quella che rischia di diventare una vera e propria bomba sociale considerando che ben 500 persone rischiano il posto di lavoro.
Siclari ha quindi depositato un’interrogazione parlamentare chiedendo al ministro del lavoro, Luigi di Maio (ndr), di aprire al più presto un tavolo tecnico.
«E’ evidente che occorra una presa di posizione da parte del Governo, considerata la rilevanza nazionale della questione, tanto in termini di utilizzazione dell’infrastruttura, quanto in termini di difesa dei livelli occupazionali; In un momento congiunturale in cui si discute dell’analisi costi benefici delle grandi opere da completare ovvero da progettare ed appaltare, sicuramente quelle esistenti e strategiche devono essere salvate e salvaguardate. Per questo chiedo di sapere se il Governo sia a conoscenza di questa crisi; quali azioni intenda adottare al fine di superare il conflitto tra Medcenter e MSC che paralizza la funzionalità della struttura, quali azioni intenda adottare per tutelare i diritti e le legittime aspettative dei lavoratori e salvaguardare i livelli occupazionali quali azioni intenda adottare, anche in via straordinaria e sostitutiva, per impedire la crisi irreversibile del porto ed anzi per rilanciarne il ruolo strategico e le potenzialità indiscusse e finora poco sfruttate. Non si può rimanere a guardare occorre l’apertura di un tavolo tecnico affinchè la Calabria non rimanga vittima di quest’ennesima sconfitta perché non possiamo permettere che si perda anche un solo posto di lavoro, figuriamoci 500», ha concluso il senatore azzurro.