A Cosenza il Presta che non ti aspetti

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COSENZA (CS) – Sul palco del Citrigno il Presta che non ti aspetti. Quello che conosce profondamente la città, i suoi disagi, le sue periferie. E che svela un volto inedito della sua personalità, paradossalmente poco incline alla ribalta. Quello che si commuove davanti alle immagini che scorrono e che ritraggono alcuni momenti della sua infanzia e della sua famiglia. Finalmente in grado di stabilire un contatto empatico con la platea, gremita, dove ci sono, è vero, tanti esponenti politici della coalizione, ma anche tanti semplici cittadini, probabilmente incuriositi dalla prima uscita ufficiale del più noto candidato a sindaco che Cosenza abbia mai avuto. Lo sollecita Paolo Del Debbio, giornalista scelto non a caso, ma con il chiaro intento di creare una contrapposizione che vivacizzi la conversazione. Presta è al lavoro dal 2012, e si vede. Ha battuto i quartieri palmo a palmo, lavorando sottotraccia, prendendo nota delle problematiche e studiando le opportune soluzioni. Il sostegno alle famiglie, i quartieri popolari, il coinvolgimento dei tanti giovani talenti e delle tante energie vitali della città. Questo il filo conduttore degli interventi di Lucio Presta, sempre molto pacato ma altrettanto incisivo nella scelta delle parole. «Il codice etico? Non occorre. Basta rispettare il codice penale. Le grandi opere? Servono anche quelle ma a me preme di più la quotidianità». Guarda alle aree del disagio e alle tante famiglie che vivono al di sotto della soglia di povertà, pensa a come creare opportunità per trattenere a Cosenza i migliori cervelli formati dall’Università della Capresta 2labria e metterli al servizio della comunità. Lucio Presta ha le idee chiare, ha carisma, dialoga con i partiti ma mantiene le mani libere. In testa ha un progetto chiaro, ed un valore aggiunto: quello di puntare alla guida amministrativa non per interessi personalistici ma per rafforzare un legame affettivo con le sue origini. Per rafforzarlo, non per riallacciarlo. Perché in fondo Presta i rapporti con Cosenza non li ha mai dismessi. Era sotto le aquile di Piazza Kennedy la notte della conquista mondiale dell’82, era a passeggio su Corso Telesio negli anni della rinascita targati Mancini, era a spasso sull’isola pedonale quando meditava di fondare il movimento Amo Cosenza. Rivendica i suoi buoni uffici con il premier Renzi e i suoi rapporti con personaggi noti e meno noti del circuito dello spettacolo a cui guarda come una risorsa per la città. Le sue priorità sono il centro storico e il recupero dei quartieri popolari, da Via Popilia a Serra Spiga, alle frazioni. E sull’ospedale dell’Annunziata chiosa: «Non ho cambiato idea su ospedale e Vaglio Lise: ma prima dobbiamo pensare all’Annunziata in modo serio».

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