COSENZA – Dopo quanto è successo a Villa San Giovanni si delinea sempre più la strategia fascista messa in atto dal governo contro diritti costituzionalmente garantiti, che pertanto dovrebbero essere ormai cristallizzati. Così non è, evidentemente, e l’episodio capitato a 13 compagni cosentini lo dimostra senza possibilità di smentita. Da parte nostra, oltre allo sdegno per quanto accaduto in questa occasione e che ci tocca da vicino, c’è la preoccupazione forte per la pericolosa deriva che sta trasformando uno Stato di diritto nel suo esatto opposto». Lo sostiene, in una dichiarazione, il segretario regionale della Calabria del Partito della Rifondazione comunista, Pino Scarpelli. «I nostri compagni – aggiunge – erano partiti per manifestare il proprio legittimo dissenso contro le logiche di potere ancora una volta viste sfilare a Taormina, ma si sono ritrovati bloccati per ore e poi rispediti a casa con un foglio di via che li ha irragionevolmente e deliberatamente privati di un diritto intangibile secondo quanto previsto dalla nostra Carta fondamentale. Il nuovo decreto Minniti-Orlando, nuovo solo anagraficamente ma che ricalca forme di repressione vecchie di decenni e risalenti al periodo più oscuro del nostro Paese, è l’ennesimo e forse il peggiore attacco degli ultimi anni alle nostre libertà democratiche, tanto più biasimabile perché partorito da un Governo che si ostina a definirsi di centrosinistra ma che noi non esitiamo a bollare come fascista. Misure che affrontano le delicate materie della sicurezza e dell’immigrazione soltanto in termini di repressione, non trovando alcuna valida soluzione alle problematiche che certo esistono e vanno affrontate, ma anzi aumentando il senso di disorientamento dei cittadini e privandoli delle proprie imprescindibili libertà, offrendo solo una facile via di fuga a una classe politica evidentemente incapace di proposte concrete. Noi di Rifondazione Comunista – dice ancora Scarpelli – diciamo basta alla logica della forza disposta a calpestare tutto e tutti in ragione della sola difesa delle rocche di potere, ai necessari servizi d’ordine utilizzati come guardie del corpo dei “signori della Terra” anziché come tutori del bene pubblico e dei diritti intangibili. Continueremo ad alzare la voce contro tutto questo, continueremo a ribellarci a uno stato di cose inaccettabile e a portare il nostro dissenso nelle piazze e nelle strade. Ovunque ci siano delle libertà da difendere».