Mario Occhiuto chiede incontro a Matteo Renzi per la salvaguardia del centro storico

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Sgarbi_Occhiuto CosenzaCOSENZA – «Le parole pronunciate ieri sera da Vittorio Sgarbi, fanno tornare attuale la lettera che scrissi nel maggio del 2012 all’allora premier Monti e al ministro Barca chiedendo interventi urgenti per la nostra città vecchia, gioiello dell’Italia meridionale e di certo tra le più belle d’Europa». Il sindaco Mario Occhiuto prende spunto dalle dichiarazioni di Sgarbi per ricordare come già quattro anni fa investì personalmente le istituzioni del Governo centrale della questione rischi nella zona antica del capoluogo bruzio. «La lettera che trasmisi era la collazione di tutte le peculiarità artistico-culturali presenti nel centro storico e la necessità di metterlo in sicurezza proprio in virtù della sua collocazione in un’area fortemente sismica.  Nella missiva trasmessa al Governo sottolineai come le tre caratteristiche della vulnerabilità dell’edificato, della pericolosità del luogo e del valore in gioco fossero altamente presenti nel nostro centro storico. Il risultato fu che non ricevetti alcuna risposta e oggi, ritengo doveroso chiedere un incontro a breve con il presidente Renzi per esporre le ragioni sintetizzate da Sgarbi. C’è la necessità di una protezione degli abitanti e delle cose che parta da una serie di interventi cosi riassumibili nei seguenti punti: 1) Interventi localizzati immediati eseguiti a tappeto con procedure standardizzate, con azioni semplici ma efficaci come la messa in opera di catene in aderenza ai maschi murari e di ritegni antisfilamento per le travi di legno e le putrelle dei solai; 2) Demolizioni controllate delle strutture pericolanti meno significative dal punto di vista architettonico-storico e messa in sicurezza delle vie di esodo; 3) Un avanzamento generale omogeneizzato che tenga conto dell’unicità del centro storico. Il Comune di Cosenza non può far fronte da solo ad un’azione così radicale, pertanto credo che lo Stato italiano possa intervenire sulla nostra città attraverso un atto preventivo, a testimonianza di un’inversione di tendenza che miri a salvaguardare le persone e quelle cose che, delle medesime persone, sono patrimonio di tradizione che ne fanno una comunità. Mi auguro che su questo argomento tutte le forze politiche, i rappresentanti istituzionali, il mondo accademico, remino nella stessa direzione nell’esclusivo interesse della città e della salvaguardia della sua bellezza».

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