Nico D’Ascola, dibattito tra cultura e politica

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REGGIO CALABRIA – «La politica ha tanti problemi, ma in via generale ne ha uno che è il populismo. Ci dobbiamo interrogare di come sia possibile che si siano affermati, non soltanto in Italia, ma direi in maniera anche generalizzata un po’ in Europa movimenti che sono di antipolitica». Lo dichiara il presidente della Commissione Giustizia del Senato, Nico D’Ascola nel corso della presentazione del nuovo corso della Scuola di cultura politica.

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«E’ certo che una parte delle risposte si riscontra nel basso livello della politica, la banalizzazione dei temi, la perdita dei valori ideali connessi alla politica, l’aziendalismo che ha infettato la politica di fatti soltanto personali, di interessi, in un certo senso una riduzione del livello ideale  della politica come se questa si potesse in un certo senso tradurre in riti, atteggiamenti, fattualità. La politica – prosegue il presidente – trasformata in prasseologia perché dietro alla politica, culturalmente, intellettualmente non ci stava più nulla. Le scuole di cultura politica sono necessarie, urgenti, non è possibile farne a meno tranne voler stabilizzare un sistema che a livello centrale come a livello dei cosiddetti territori ha comportato una contaminazione della politica che ci porta all’antipolitica. Si deve capire  – continua D’Ascola – che questi sono gli ultimi anni nei quali si può dare dignità, valore, senso alla politica per convincere la gente che l’antipolitica non ha senso, che da questa parte si possono dare le giuste risposte alle necessità, alle urgenze dei cittadini e che se mai l’antipolitica altro non farà che rendere drammatica la situazione della nazione. Si deve tornare – conclude il presidente – alla formazione politica che  è inevitabilmente una formazione culturale, non fa scelte in ordine ai partiti politici ai quali rivolgere il proprio contributo elettorale, ma individua un dato che costituisce una precondizione, qualcosa devi sapere,  devi in qualche modo essere in grado di organizzare la vita dei cittadini, di individuare degli obiettivi, di individuare i percorsi attraverso i quali quegli obiettivi si conseguono perché la politica è niente altro che l’anticipazione, la raffigurazione anticipata di un modello di società nei confronti del quale si intende andare».

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