“Abbiamo un contesto di legislazione che nessun paese può vantare quanto alla completezza. L’informatizzazione è uno sbocco necessario, lo abbiamo già fatto per il processo civile, il prossimo traguardo sarà il processo penale per le parti che sono suscettibili di essere informatizzate”. A dichiararlo è Nico D’Ascola, Presidente della Commissione Giustizia del Senato, ospite del programma Politicaltour.
“È chiaro chiaro che ogni vicenda processuale ha delle sue peculiarità che nessuno può trascurare. A prescindere dai casi nei quali è consentito il collegamento a distanza, la partecipazione diretta dell’imputato è pur sempre un valore che va rispettato. Un processo soltanto telematico nel contesto del giudizio penale potrebbe ovviamente creare delle perplessità. L’informatizzazione è uno sbocco necessario, ma non ci dobbiamo illudere che l’informatizzazione risolva tutto. Nel contesto del diritto penale – prosegue D’Ascola – vanno pensate le vere e proprie riforme di sistema, quelle globali, in grado di dare una risposta definitiva. Alle quali noi saremo in grado di dare una risposta subito, le soluzioni ci sono certo vanno elaborate, le idee dal punto di vista politico – legislativo esistono già, di una riforma del sistema punitivo nel suo complesso, lasciando da parte il diritto penale, se mai immaginandolo come una componente del diritto punitivo ma non l’unica. A breve affronteremo una cospicua riforma del processo civile. Abbiamo fatto delle cose già significative dal punto di vista della riduzione del carico pendente, altre ne dovremo fare. In tale contesto, la stabilità del quadro politico è una condizione indispensabile, è impensabile altrimenti pensare che le cose si possano fare. I cittadini – conclude D’Ascola – non possono essere estranei al processo di trasformazione della società, devono puntare alla stabilità di un quadro politico che consenta alle forze politiche che verranno investite di avere effettivamente la possibilità di governare”.