CORIGLIANO ROSSANO (CS) – La Calabria tra qualche mese è attesa a una grande sfida e Mario Occhiuto nella lunga vigilia elettorale continua ad incontrare i cittadini calabresi nel suo tour da candidato alla presidenza della Regione.
Tra foto, slide, rendering, progetti, opere, l’architetto Occhiuto che ha trasformato profondamente il volto e l’anima del capoluogo bruzio, esporta così il cammino compiuto in otto anni di governo cittadino facendo assaporare lo stesso possibile cambiamento in una forma estesa all’intero territorio calabrese.
Nella platea gremita di piazza Portofino a Schiavonea di Corigliano Rossano, tra residenti e turisti, assessori, consiglieri, curiosi, in questo caldissimo 13 agosto si riconoscono il giovane sindaco Flavio Stasi, Gianluca Gallo, Giovanni Dima.
La stessa visione che ha accompagnato il percorso amministrativo da sindaco a Cosenza, può allora essere sviluppata in tutte le altre province, con una progettualità complessiva che ha lo scopo di mutare l’immaginario sulla Calabria.
«La città è il luogo più straordinario perché la città è il luogo della vita degli uomini», esordisce Mario Occhiuto nell’appuntamento sulla costa ionica. Anche qui parte dal caso di Cosenza come oggetto di studio del volume di Rossana Galdini che contiene, fra l’altro, interviste a Santiago Calatrava, a Giandomenico Amendola e allo stesso Occhiuto. «A Cosenza abbiamo seguito le buone pratiche e inseguito il cambiamento per migliorare la vita delle persone – aggiunge – Cosenza ha puntato sulla bellezza perché noi pensiamo che dove c’è qualcosa di bello ci sia anche qualcosa di buono. Un luogo dove c’è giustizia, dove sono soddisfatti i diritti delle persone: quella è la bellezza. In passato, specie nelle città d’arte, gli uomini contribuivano a costruire gi edifici e le facciate dei loro edifici per aumentare la ricchezza della loro città».
Racconta, il candidato governatore, dei mutamenti radicali operati in questi anni.
La copertina dedicata alla città di Cosenza, alla strategia mondiale di marketing turistico incentrata sul tesoro di Alarico, da parte del settimanale Sette del Corriere della Sera ne è stata un riscontro importante. Le persone sono attente come se stessero davvero in un’aula accademica a cielo aperto. Sentono discorrere di architettura e urbanistica, quindi della loro stessa vita, degli spazi, dei luoghi, delle opere, dei servizi che hanno ricadute sull’esistenza umana.
Si cita l’abbattimento “intelligente” di un campo rom, richiamato anche dall’allora Ministero degli Interni guidato da Alfano come esempio a cui guardare da parte di altri Comuni. Occhiuto ormai ha un feeling diretto con la gente, ne avverte gli umori. “Prego maestro”, dice rivolgendosi al pianista Paolo Aragona che con Francesco Occhiuzzi divide il palco con lui. Una breve pausa, la musica di Gaber. Poi si riparte davanti alla platea gremita di piazza Portofino di Schiavonea. Ricorda, Occhiuto, l’aneddoto ormai noto che gli è caro, quello che riprende ogni volta che parla del ponte di Calatrava: la lettera di un giovane che vive nel quartiere di Gergeri e che da bambino si vergognava a vivere lì, mentre oggi, grazie alla rigenerazione realizzata dall’amministrazione Occhiuto, ne va orgoglioso e si sente fiero di essere residente nella zona un tempo degradata.
Il Planetario, i BoCs Art, la riqualificazione dei fiumi, i percorsi tattili che hanno reso Cosenza la prima città con più percorsi per non vedenti, la raccolta differenziata, l’aggregazione, gli spazi pubblici che sono gli spazi di relazione della città, la festa come concetto fondamentale per tenere vivi i rapporti collettivi, le luci d’arte, “una città, insomma, fondata sui sogni che avevamo – dice con orgoglio Occhiuto – perché i sogni ce li dobbiamo tenere stretti”. Vengono richiamati i numerosi premi ottenuti e i traguardi raggiunti: dal 95esimo posto, Cosenza è balzata al quinto posto nella graduatoria dell’Ecosistema urbano 2018 per vivibilità, dopo Mantova, Parma, Bolzano e Trento, comuni sempre ai primi posti. Cosenza, inoltre, prima Città Bandiera azzurra perché città amica del cammino e della corsa.
Lo step argomentativo dedicato alla città si chiude con un video ad hoc, esplicito, emozionale.
«Io penso che per la Calabria non si debba più parlare di programmi ma di progetti come azione creativa, non solo il presupposto di qualcosa che verrà fatto, ma puntando su qualcosa che già esiste ed ha un suo valore che può finalmente portare a vedere la nostra terra in maniera creativa. Io credo – prosegue Mario Occhiuto – che questa sia l’unica modalità, il punto di partenza».