COSENZA – Esclusi dai finanziamenti del 2016, riammessi dal Tar ma lasciati ugualmente fuori dalla Regione. Ed ora per una norma capestro è a rischio anche il loro accesso ai fondi 2018.
È l’assurdo caso di cui si trovano ad essere protagonisti, loro malgrado, una quindicina di giovani agricoltori calabresi. La loro vicenda è finita ora al centro di un’interpellanza a firma del consigliere Gianluca Gallo. La storia: attraverso il Pacchetto Giovani la Regione, utilizzando fondi europei, si impegna a sostenere l’imprenditoria giovanile nel settore agricolo. «Nel 2016 – ricostruisce Gallo nel suo atto ispettivo, già depositato ed ora in attesa di risposta – dal bando restano esclusi in 150, poiché sprovvisti di titoli o per domande carenti di autodichiarazione possesso, come attesta nel Dicembre del 2017, con proprio decreto, il dirigente del Dipartimento agricoltura». In 15, però, non ci stanno. Contestano le decisioni degli uffici regionali, ricorrono al Tar. Il 20 Giugno 2018 arriva la sentenza, in forma breve tanto sono chiare, per i giudici, la natura del contendere e le responsabilità: la Regione ha torto. Viene condannata anche a pagare le spese legali. Soprattutto, però, «viene cassato il decreto dirigenziale e si ordina di dare immediata esecuzione alla sentenza», ricorda il capogruppo della Casa della Libertà. Quando però il provvedimento viene notificato, la Regione decide di opporsi. Si va allora al Consiglio di Stato, ed in sede cautelare matura un’altra bocciatura: la richiesta di sospensiva dell’efficacia della sentenza impugnata, avanzata dalla Regione, è respinta. «A quel punto – ragiona Gallo – in uno Stato di diritto si farebbe ciò che probabilmente sarebbe stato doveroso fare già dopo la pronuncia di prime cure: dare seguito a quanto stabilito dal collegio giudicante. Invece, con una protervia inspiegabile, il Dipartimento sceglie altra via». Ovvero: «Nelle disposizioni procedurali del Pacchetto Giovani 2018, nel burocratese del linguaggio usato, si stabilisce in sostanza che la partecipazione ad esso è aperta anche agli esclusi dal Pacchetto Giovani 2016, ma solo previa rinuncia, da parte di questi ultimi, alla eventuale domanda di riesame presentata in esito al bando 2016». Un atteggiamento, secondo il capogruppo della Cdl, «assurdo: si vuole imporre a 15 giovani che hanno creduto nella giustizia di astenersi dal rivendicare un diritto peraltro sin qui acclarato anche in sede giudiziaria quale condizione per essere ammessi ad una selezione il cui esito potrebbe poi rivelarsi, teoricamente, anche negativo. Col risultato di ritrovarsi senza la possibilità di accedere né ai finanziamenti del 2016, né a quelli del 2018». Conclude Gallo: «L’illogicità di tale modo di fare è evidente. Dispiace constatare che gli unici a non accorgersene siano gli inquilini dei piani alti della Cittadella. Per questo chiedo che la giunta regionale con urgenza spenda una parola di chiarezza in riferimento alla questione, spiegando se e come intenda garantire il rispetto dei diritti e della legge e, nel caso specifico, assicurare il rispetto dei diritti di una quindicina di giovani calabresi che null’altro chiedono, peraltro con ragioni riconosciute anche dai Tribunali, di poter investire nella loro Calabria».