Paolini a Palazzo dei Bruzi annuncia le dimissioni: «Non sono interessato ad una consiliatura di compromessi»

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COSENZA – La novità di giornata a Palazzo dei Bruzi è la presenza di Enzo Paolini, tornato tra i banchi del consiglio comunale dopo il lungo periodo di esilio che egli stesso si era imposto all’indomani della sconfitta elettorale. Paolini appare nella sala intitolata al compianto collega Antonino Catera già nella prima parte della lunga assise, riempita, per buona parte della mattinata, da Mario Occhiuto e dalle sue affascinanti slide in cui il sindaco ha disegnato le linee programmatiche su cui costruire la Cosenza che verrà. Nel pomeriggio poi, l’assessore Luciano Vigna ha svolto la propria relazione sul bilancio di previsione. Numeri e statistiche contestate dall’opposizione, su cui approfondiamo a parte. Paolini prende la parola all’imbrunire. Dei due consiglieri eletti nella sua coalizione, uno, Giovanni Cipparrone, ha maturato un feeling maggiore proprio con l’ex nemico, l’altro, Francesca Malizia, ha invece deciso di disertare, probabilmente per ottimi motivi, una delle sedute più importanti della vita amministrativa di un ente. Quella seduta, il cui ordine del giorno definito «qualificato» dallo stesso Paolini, è scelta dall’avvocato per annunciare le proprie dimissioni. Dimissioni da protocollare «quando le circostanze lo richiederanno». Dimissioni dettate, forse, anche dalla solitudine restituita dall’immagine di Paolini seduto al fianco dei rappresentanti del Partito Democratico che gli sottrassero la candidatura da lui legittimamente rivendicata e poi consegnata a Guccione dopo il clamoroso passo indietro di Lucio Presta. Dimissioni in sospeso dunque, anche per non perdere l’opportunità di dire la propria sui temi della politica cittadina. In questa prima seduta alla quale ha partecipato, non vi ha rinunciato. E forse non mancheranno altre occasioni. «E’ trascorso quasi un anno dall’insediamento di questo Consiglio e l’amministrazione in carica opera, nella persona del sindaco, nella continuità di un progetto politico che ha ricevuto il consenso maggioritario della città – afferma dopo aver annunciato il proprio voto di astensione sui punti all’ordine del giorno – Ciò non toglie che a questo risultato si è pervenuti a conclusione di una campagna elettorale che ha fatto registrare intrighi, ambiguità, contaminazioni politiche e identitarie che non sono state chiarite né in questo consiglio né dove l’establishment è solito celebrare le sue liturgie e le sue rimozioni. Come se nulla fosse accaduto. Gli aspetti torbidi e non chiariti dell’ultima campagna elettorale, unitamente alle doppiezze consumate pesano e condizionano la composizione politica, rendendo labili e incerti i confini fra schieramenti contrapposti. Il constatare come, con troppa facilità e disinvoltura, si entra e si esce da maggioranze variabili, a Cosenza come a Roma, costringe a chiedersi quali siano gli spazi politicamente agibili per poter onorare dignitosamente il mandato di rappresentanza senza farsi confinare nella sterile testimonianza. Per me e per molti di voi – ha aggiunto Paolini nel suo intervento – non è mai stato coltivato come obiettivo l’elezione in consiglio fine a se stessa. Io con molti valorosi amici ho portato avanti, con le modalità dell’agire politico, una idea, un progetto di città. Di questo progetto non sono stato l’unico sostenitore ma, in un quadro condiviso di alleanze, è stato inizialmente un obiettivo del centrosinistra rappresentato pubblicamente ai livelli più autorevoli. Le cose poi, come è risaputo, hanno preso un’altra piega e il progetto di città, sul quale si era avuta sintesi politica, è finito nel tritacarne degli intrighi, delle doppiezze, delle regole violate e delle pulsioni più squallide della politica. Non sarei sincero se non riconoscessi che sul piano personale sono rimasto fortemente deluso ma la vicenda, con le sue implicazioni, va molto oltre la mia persona e da quella vicenda altre sconfitte sono state generate e altre ancora se ne annunciano. Anche in politica, prima o poi, i conti tornano. Oggi la mia presenza in questa aula si spiegherebbe soltanto se presupponesse un progetto politico in cui riconoscermi, alternativo a quello portato avanti legittimamente dal sindaco e dalla sua maggioranza. Sarà, nelle mie previsioni, una consiliatura di compromessi e di accomodamenti con posizioni mutevoli e variabili a seconda degli interessi in gioco. Non sono interessato e debbo, quindi, inevitabilmente risolvere questa contraddizione e prendere le decisioni conseguenti quando le circostanze lo richiederanno. Ma prima di prendere decisioni irrevocabili sento il dovere di consegnare alla memoria collettiva della città le ragioni che mi portano a prendere le distanze da un contesto politico e amministrativo nel quale non mi riconosco, anche perché la storia di una città è fatta anche dalla qualità della sua rappresentanza politica per come, nel tempo, si è formata e manifestata. Cioè quello che avrei voluto per la mia città e che non sono riuscito a concretizzare». In apertura di seduta il sindaco, sollecitato dal capogruppo Pd Damiano Covelli, si è brevemente soffermato sulla vicenda della denuncia presentata dallo stesso Occhiuto in Procura contro l’ex responsabile dei suoi uffici di segreteria Giuseppe Cirò. Il primo cittadino ha ribadito di esservi stato costretto dal riscontro di alcune illegittimità amministrative. «C’è una indagine in corso – ha detto – per cui non ritengo possibile dare informative specifiche, in virtù del segreto istruttorio. Mi è dispiaciuto sul piano personale trattandosi di uno dei miei più stretti collaboratori, ma poiché il Comune non è casa mia ma è la casa di  tutti, non potevo agire diversamente». Da segnalare inoltre il cambio di denominazione del gruppo consiliare di Cosenza Positiva in Fratelli d’Italia.

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