Papasso: “Recuperiamo il progetto della Provincia Sibaritide-Pollino con Cassano trait d’union tra le due aree

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Prendo atto con grande piacere che si è tornati a parlare di riassetto istituzionale della Sibaritide. Da tempo, infatti, sto proponendo la creazione di un’area vasta della Sibaritide e del Pollino.

Parto nella mia analisi ricordando a tutti come questa proposta non sia nuova. Diversi anni fa ci fu un grande dibattito serio e serrato sul tema, nella Sibaritide e nel Pollino, quando si discusse della possibilità di creare la provincia di Rossano o di Castrovillari. Chi ci ha proceduto lavorò molto sulla questione arrivando anche ad una sintesi tra le due proposte. In tal senso, infatti, ricordo anche una riunione congiunta di trenta consigli comunali in cui si lavorò a questa sintesi confluita in uno studio approfondito. Poi in Parlamento non si ebbe fortuna perché fu molto più facile elevare a provincia Vibo e Crotone che avevano molti più rappresentanti alla Camera e al Senato. Quello studio, quel lavoro, però, non deve perire, non deve essere abbandonato, lo dobbiamo utilizzare implementare, emendare e aggiornare, rinnovarlo per molti aspetti ma non deve andar perduto perché è stato frutto di impegno e sacrificio di tanti rappresentanti istituzionali che di fronte a questa proposta si trovarono di comune accordo lavorando insieme. Proprio oggi che se ne è tornato a parlare si può tirare fuori quel lavoro e aggiornarlo rendendolo attuale per farlo diventare la base di un discorso ancora più ampio e condiviso.

Di riassetto istituzionale ho parlato diverse volte ma, purtroppo, questa mia proposta viene fatta puntualmente cadere nel vuoto. Abbiamo anche condotto una campagna elettorale per le scorse Politiche, mi sono candidato e tentai proprio di alzare il livello del dibattito proponendo la creazione di questa area vasta (prevista dalla cosiddetta Legge Delrio 56 del 2014) che comprendesse sia la Sibaritide che il Pollino e che si estendesse fino al Crotonese (e comprendente chiaramente l’Alto Ionio) per proporre soluzioni ai grandi problemi, come quello dei trasporti, che attanagliano tutto questo territorio ma, soprattutto, problemi legati allo sviluppo e al futuro per evitare che i nostri giovani possano continuare a scappare. Purtroppo, fino ad ora, spiace notare come la discussione sia stata piuttosto scarna. Ho ricevuto anche i componenti del Comitato Magna Graecia, che propongono l’istituzione della nuova provincia della Sibaritide e del Crotonese, e nel corso dell’incontro, ho suggerito come un riassetto istituzionale sulla Fascia jonica cosentina, nell’Alta Calabria, deve avere dentro necessariamente l’area del Pollino atteso che il comprensorio Pollino-Sibaritide può dare ampio respiro dal punto di vista sociale, culturale, ambientale, naturalistico, e, premesso che, per quanto mi riguarda, il Pollino e la Sibaritide rappresentano il grande tradito di tutti i governi che sono succeduti nel Paese perché non c’è mai stata grande attenzione per quest’area. Basti pensare a quello che sta succedendo per l’alta velocità: c’era stato garantito (ed era stato anche indicato nelle prime ipotesi progettuali) che sarebbe arrivata a Tarsia ma poi non se ne è fatto più niente. Questa parte della Calabria, dunque, la si vuole lasciare sempre nella precarietà oltre che istituzionale ed economica anche dal punto di vista dei trasporti.

Oggi si parla della Provincia della Sibaritide: una proposta importante che riaccende la questione del riassetto istituzionale in quest’area soprattutto dopo la nascita del Comune unico di Corigliano-Rossano che, voglio ribadirlo, è un fatto importantissimo perché ha creato la terza città della Calabria però se questa città non si apre al territorio, non prevede un coinvolgimento dei comuni viciniori rischia di isolarsi rispetto a tutto il resto ed è un rischio che non si deve assolutamente correre.

In questa fase è d’obbligo rilanciare la proposta della Provincia della Sibaritide e del Pollino: lo studio a cui mi riferivo poche righe sopra corrispondeva anche ai dettami di quella che era l’allora Legge 142. Tanti consigli comunali si espressero favorevolmente rispetto al lavorare insieme all’interno di questo comprensorio importante e io credo che nuovamente, se proprio vogliamo ri-parlare di questo riassetto istituzionale nell’Alta Calabria, non possiamo non mettere insieme il Pollino e la Sibaritide. Sono tante le cose che ci uniscono: il Parco archeologico di Sibari, al Museo archeologico nazionale della Sibaritide, alle Riserve naturalistiche del Crati, al Parco del Pollino, con tutta la sua flora e la sua fauna, il mare, l’ambiente dove nidificano, peraltro, la cicogna bianca e la caretta caretta, io credo che debbono rappresentare un tutt’uno e rivendicare maggiore attenzione nei confronti di chi ci governa sia a livello regionale che nazionale perché le nostre comunità si stanno spopolando, i ragazzi, i giovani, i nostri talenti vanno via e non tornano più. Allora il riassetto istituzionale deve significare mettere in campo un nuovo modello di sviluppo economico concreto, uno sviluppo sia a livello sociale, culturale, imprenditoriale per far sì che i nostri figli non debbano più partire e questo comprensorio possa guardare al futuro con più fiducia e con una nuova speranza.

Io credo che ci siano le condizioni per mettere insieme la Sibaritide e il Pollino. Il mio comune sta in una posizione baricentrica tra le due aree e, senza arroganza o primogeniture che sarebbero inutili e improduttive, si candida a lavorare per metterle insieme. Questa che propongo e lancio è soltanto una attività istituzionale mirata a far sì che i due comprensori possano parlarsi tra di loro, organizzarsi e, soprattutto, chiedere il riassetto istituzionale attraverso la creazione della Provincia della Sibaritide e del Pollino ma, soprattutto, nuove e maggiori attenzioni in generale a chi li ha sempre traditi. Mai un intervento serio, mai un intervento concreto di sviluppo, mai un intervento di rilancio. Ci sono problemi, oltre che di trasporti, di sanità. Il fatto che siamo esclusi dall’alta velocità significa che più di metà regione è esclusa da quello che dovrebbe essere un diritto imprescindibile e cioè quello della mobilità.

Facciamo bene a parlare di riassetto istituzionale, facciamo bene a parlare di nuova provincia sperando che ci siano le condizioni, forse, nell’ambito della nuova legge che si sta discutendo in Parlamento e che prevede nuovamente le elezioni dirette del presidente della Provincia e del consiglio provinciale dopo la bocciatura della soppressione delle Province operata dagli italiani con il referendum. In questa fase noi dobbiamo essere puntuali, non dobbiamo essere arroganti ed esercitare il bene della comunità e se vogliamo farlo dobbiamo lavorare per mettere insieme questi due comprensori che, di fatto, sono già un tutt’uno, per dargli speranze e prospettive future. Non lo dobbiamo fare per ottenere un vuoto pennacchio ma per ottenere fondi, investimenti e quel riconoscimento che quest’area ormai attende da troppo tempo.

Gli slogan servono ma ora serve lavorare concretamente nuovo entusiasmo che oggi manca ed è il motivo per cui anche i nostri giovani ci lasciano e vanno via.