Per Repubblica a Cosenza troppe auto blu. Occhiuto replica: «Non è vero»

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COSENZA – «L’articolo apparso oggi su un autorevole quotidiano nazionale, che addita i comuni come principali responsabili di un presunto aumento delle auto blu, riporta dati quanto meno fuorvianti. Dati che non corrispondono al vero» Lo afferma il sindaco di Cosenza, nonché delegato Anci all’urbanistica, Mario Occhiuto, con riferimento ad una graduatoria pubblicata da Repubblica in cui proprio Cosenza risulterebbe tra le città in cui girano il maggior numero di veicoli di questa tipologia.

In graduatoria anche scuolabus e mezzi per disabili

«Come afferma lo stesso autore dell’articolo – fa notare Occhiuto – esiste una netta differenza tra auto di servizio e auto blu. Non si comprende allora come mai questa differenza non venga considerata al momento di tirare le somme. Inoltre, l’articolo non tiene conto del fatto che le ”auto di servizio con autista” non sono tutte auto blu: sono gli scuolabus, i pulmini che trasportano i disabili, le automobili dei vigili urbani, le vetture in dotazione ai geometri comunali per le rilevazioni sul territorio e, in alcuni comuni, i camion per la raccolta dei rifiuti. Auto di servizio per antonomasia, dunque, e non auto blu appannaggio esclusivo della casta. Confidiamo nel fatto che si tratti di una svista compiuta in buona fede – aggiunge Occhiuto – ma non possiamo far passare l’idea che a Cosenza gli amministratori locali siano abituati a scorrazzare a bordo di auto blu.

A Cosenza solo quattro auto di servizio

Le auto di servizio e di rappresentanza a Cosenza – precisa ancora il sindaco – sono in tutto quattro: una Audi A6 comperata 13 anni fa e tre Toyota ibride vecchie di 10 anni, di cui una fuori uso perché riparare il mezzo non sarebbe stato economicamente conveniente rispetto al suo stesso valore. Gli autisti sono due, e uno di loro andrà in pensione nel 2018. Nessuno ha un autista personale. E sono sicuro che anche negli altri comuni citati nell’articolo la situazione non differisce di molto. Basterebbe andare a verificare. Il messaggio che traspare dal pezzo pubblicato, invece, è quello di uno spreco di risorse pubbliche a vantaggio dei soliti pochi privilegiati. Ma questo – conclude Occhiuto – non è né corretto né veritiero»’.

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