ROSSANO (CS) – Polo tecnologico a servizio della Banda Ultralarga. Ecco perché si può fare a Rossano. «Metteremo la fibra in tutte le aree». Così l’amministratore delegato dell’Enel, Francesco Starace, ha risposto ai cronisti che, a margine della presentazione del nuovo marchio societario (lo scorso giovedì 25 febbraio 2016), gli chiedevano se la società elettrica fosse ancora interessata a posare la fibra ottica, dopo indiscrezioni che indicavano un allontanamento dal progetto. Starace, che nel programma della fibra vuole anche la collaborazione di Telecom, ha poi aggiunto: «A partire da metà marzo l’Enel lancerà le gare per la riconversione di altre tre centrali nell’ambito del grande piano che coinvolge 23 stabilimenti non più produttivi. Le tre centrali coinvolte – ha spiegato Starace – sono Porto Tolle, Montalto di Castro e Rossano Calabro, che sarà il primo progetto a partire di questo pacchetto di tre centrali».Le dichiarazioni di Starace – afferma Giuseppe Antoniotti – sono eloquenti e significative del programma industriale che intende perseguire Enel per il prossimo futuro. La società elettrica, in realtà, continua a marciare verso quelle ”premesse” che avvalorano la nostra idea di progetto di Polo tecnologico. Ovviamente servirà persuadere più forze sociali e produttive a convergere sulla proposta, che si presta bene ad essere realizzata qui, sul territorio di Rossano, dove esiste già un insediamento industriale da bonificare e adeguare alle esigenze di questa nuova realtà. Ecco perché siamo a lavoro per proporre l’idea, con l’auspicio che venga condivisa, anche dalle holding delle telecomunicazioni nazionali.Sono convinto – chiosa Antoniotti – che l’idea progettuale sia più che valida e attuale. Siamo di fronte ad un programma che mira a creare in Calabria, nella Sibaritide, lavoro, sviluppo e ricerca, nel totale rispetto dell’ambiente. Sicuramente – conclude –, compatibilmente al progetto di fusione delle due città dell’Area urbana Corigliano-Rossano, promuoveremo anche quel porticciolo turistico che qualcuno, all’interno del Governo Scopelliti, non ebbe la capacità di far finanziare. Del resto abbiamo 14 km di costa per realizzarlo e, soprattutto, per far sì che sorga a distanze compatibili da realtà portuali già esistenti, come quella di Schiavonea.