COSENZA – Un nuovo terremoto scuote la politica a Cosenza. Il Tar della Calabria, infatti, ha disposto l’annullamento del decreto 4/16 con il quale il presidente della Provincia Mario Occhiuto aveva indetto i comizi elettorali per la tornata di secondo grado del consiglio provinciale e non per l’elezione del presidente.
I particolari sono stati resi noti durante una conferenza stampa indetta dallo stesso di Natale questo pomeriggio, l’ennesima conferenza stampa. Questa volta la sentenza si pronuncia sul ricorso fatto a nome del consigliere comunale Marsico che, insieme ad un gruppo più nutrito di consiglieri, chiede l’annullamento delle elezioni fissate per il 23 ottobre da Mario Occhiuto. La data era stata decisa non a caso; proprio in quel periodo decadranno le cariche dei consiglieri provinciali le cui funzioni durano due anni. Erano stati eletti infatti il 13 ottobre del 2014 e secondo Occhiuto quindi, riferendosi alla legge 56 del 2014, il corpo elettorale sarà costituito da sindaci e consiglieri, in carica alla data del 23 ottobre. Il consigliere Di Natale è di altro parere perché da qualche mese rivendica la titolarità a presidente del consiglio in qualità di consigliere anziano dichiarando, con tanto di leggi e ricorsi al Tar, che Mario Occhiuto è decaduto dalla carica di Presidente della Provincia di Cosenza quando è decaduto anche come sindaco della città.
Di Natale, accompagnato dall’avvocato Enrico Morcavallo che ha illustrato tecnicamente la sentenza del Tribunale Amministrativo, ha tenuto a precisare che questa che si sta configuando come una battaglia non è per conquistare una poltrona bensì per ripristinare la legalità e la nota con cui Occhiuto avrebbe indetto le elezioni, l’unico decreto adottato da Presidente della Provincia, oltre ad essere un atto senza alcuna valenza giuridica, perché proveniente da soggetto che non ha requisiti per farlo, rappresenta anche un reato denunciato alla magistratura competente. Anzi i reati sarebbero due, aggiunge l’avvocato Morcavallo, quello di abuso d’ufficio e quello di mancata osservazione dolosa del provvedimento di un giudice. Insomma per come scritto sulla sentenza la norma dello statuto deve essere disapplicata. Al verificarsi del fatto delle dimissioi contestuali della maggioranza dei consiglieri comunali si verifica l’effetto della decadenza del sindaco e del presidente della provincia.
Intanto Mario Occhiuto prende atto della sentenza, pur non condividendo l’apparato logico giuridico, e dichiara di impugnarla davanti il Consiglio di Stato.
<<La sentenza, tuttavia, non ha l’effetto di individuare un mio eventuale sostituto, né tantomeno ne indica alcuno e pertanto rimane, comunque, in carica il vicepresidente Lino Di Nardo.
Pertanto se il Consiglio di Stato confermerà la sentenza del Tribunale amministrativo regionale, sarà mia cura trarne le conseguenze.
Resta il fatto che la legge Delrio di riforma delle Province dimostra tutte le sue lacune, motivo per cui l’interpretazione risulta poco chiara sotto diversi aspetti>>.
Fiorenza Gonzales