Provincia, la farsa continua. Occhiuto: «Di Natale da denuncia»

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COSENZA – Il consigliere anziano della Provincia di Cosenza Graziano Di Natale, del Pd, si è recato stamani nella sede dell’Ente per prendere possesso della carica di presidente – che a suo dire gli spetterebbe dopo la sentenza del Consiglio di Stato – ma ha trovato l’ufficio occupato da Mario Occhiuto e dal proprio staff. Di Natale ha fatto intervenire la polizia per identificare le persone presenti all’interno dell’ufficio. «Una situazione assurda – ha detto Di Natale – e nelle prossime ore presenterò un esposto in Procura, perché si profila il reato di usurpazione di carica pubblica. Occhiuto ha presentato appello incidentale al Consiglio di Stato, adducendo come motivazione la propria rielezione alla carica di sindaco e facendo riferimento allo Statuto dell’ente. Il Consiglio di Stato ha però rigettato il ricorso, dunque è decaduto dalla carica di presidente e con lui anche il direttore generale e i dirigenti della struttura dell’ufficio di presidenza». Immediata la replica di Occhiuto: «Alla Provincia le leggi si rispettano, nessuno ha mai pensato il contrario». sostiene in un comunicato. «Tale ordinanza – spiega Occhiuto – dichiara illegittima la nomina vicepresidenziale in favore di Franco Bruno adottata l’08-02-16. Presone atto, mi riservo di comunicare eventuale nuova nomina a Vicepresidente. Ciò detto – chiarisce il presidente – appare gravissimo il comportamento tenuto in questa vicenda dal consigliere Graziano Di Natale, il quale oggi è arrivato in Provincia con toni minacciosi, allertando – in maniera farsesca – addirittura la Questura, adducendo questioni di ordine pubblico, assolutamente inesistenti, posto che il personale dipendente, al quale va il mio ringraziamento per il contegno mantenuto, non è caduto nella sua trappola provocatoria. Ai funzionari della Questura intervenuti, ho sottoposto, anzi, denuncia penale per il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, consumato dallo stesso mediante la occupazione della stanza di dirigenti e dipendenti, nonché per la formulazione di gravi frasi nei confronti di alcuni dipendenti. Come era già successo qualche settimana fa, quando una dipendente, a causa dei suoi toni, ha dovuto addirittura fare ricorso all’intervento dei sanitari del 118». E Occhiuto conclude: «Trovo davvero arrogante l’atteggiamento di chi continua a pretendere di rivestire un ruolo che non gli è stato affidato nell’esercizio delle funzioni democratiche del voto da nessuno, un ruolo al quale, da consigliere comunale, non può neanche ambire, essendo riservato solo ai sindaci eletti nella provincia. E nessun giudizio è stato emesso su questa fattispecie, che possa smentirmi. Se, in futuro, un giudice dovesse pronunciarsi in merito, non esiterò a mettermi da parte. Ma, come detto, il  Consiglio di Stato si è pronunciato solo sulla legittimità della nomina del vicepresidente, in un frangente preciso della vita amministrativa dell’ente. E di quella sentenza abbiamo preso atto».

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