Regione, un progetto per consolidare i rapporti tra Calabria, mondo ebraico e Israele

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SANTA MARIA DEL CEDRO (CS) – Si è svolto ieri sera a Santa Maria del Cedro, nella splendida cornice di Palazzo Marino, sede del Museo e dell’Accademia del Cedro, il convegno-evento “Il cuore calabro dell’ebraismo”.
All’iniziativa, conclusa dal presidente della Giunta regionale Mario Oliverio, hanno preso parte anche Franco Galiano, Presidente dell’Accademia Internazionale del Cedro, Federico Cirelli, cultore del Cedro, Angelo Adduci, presidente del Consorzio del Cedro di Calabria, il rabbino della Comunità Ebraica di Milano, Rav Moshe Lazar, numerosi rabbini presenti sulla Riviera dei Cedri, sindaci, consiglieri regionali, amministratori locali e tantissimi cittadini.
«Quella odierna -ha detto il Presidente della Regione Mario Oliverio- non è una iniziativa isolata, una tantum, ma il rafforzamento di un percorso comune. La nostra è una terra di accoglienza, la cui storia è stata segnata da vicende e stagioni che ne hanno inverato questa connotazione. Con il mondo ebraico abbiamo un antico rapporto. Anche quando sono state scritte pagine tragiche della storia, la nostra regione non ha mai perso la bussola dell’accoglienza, della tolleranza e del contrasto alla violenza. A pochi chilometri da qui, a Ferramonti di Tarsia, negli anni del fascismo fu allestito un campo di concentramento che ospitò centinaia e centinaia di ebrei che trovarono nella comunità calabrese, anche se imprigionati dentro il recinto, accoglienza e amicizia. Una signora che in quegli anni era bambina e che passò in quel campo un determinato periodo della sua vita insieme alla sua famiglia, ci ha raccontato che le donne di Tarsia andavano nel campo con i bambini, a cui era permesso entrare, per portare uova e ortaggi che potessero lenire i morsi della fame di quanti erano detenuti in quella struttura di sofferenza. Ho detto questo per ribadire che la nostra è stata sempre e continuerà ad essere una terra di accoglienza.
Oggi mettiamo in campo questo progetto partendo da Santa Maria del Cedro -ha aggiunto Oliverio- perché qui nasce il cedro, un frutto che, nella simbologia ebraica, ha un valore ed un’importanza enorme. Attraverso questo progetto vogliamo far compiere un vero e proprio salto di qualità ad una tradizione che finora si è espressa solo attraverso la presenza di decine di rabbini che vengono qui ad acquistare il cedro. Vogliamo fare in modo che il valore che questo frutto rappresenta per la tradizione ebraica possa essere non solo compreso e valorizzato, ma diventare veicolo e strumento di rafforzamento delle relazioni tra il nostro Paese, l’Europa e Israele. Solo attraverso la costruzione di un percorso fecondo di relazioni e scambi è possibile affermare che la violenza, la xenofobia e il razzismo debbano avere sempre minore spazio e ascolto nella nostra società. E ciò è ancora più importante affermarlo in una fase della storia in cui milioni di persone abbandonano la loro terra spinti dal miraggio del benessere e dalla necessità di fuggire dalla fame, dalla guerra e dallo sfruttamento. Noi conosciamo più di altre terre le sofferenze di questo esodo.
Fare crescere una cultura dell’accoglienza nel rispetto della persona, così come abbiamo saputo fare negli anni tragici del fascismo -ha rimarcato il presidente della Regione- diventa, pertanto, un passaggio necessario per rafforzare una cultura della tolleranza e della convivenza umana, oltre che per valorizzare un grande patrimonio culturale. Dietro al cedro e alla comunità ebraica c’è un patrimonio culturale enorme che deve essere valorizzato, ma c’è anche una opportunità per allargare ed intensificare gli scambi. Le nostre università sono fortemente interessate alla ricerca e all’innovazione su cui Israele è tra gli Stati più avanzati del mondo, soprattutto nel campo dell’agroalimentare e delle nuove tecnologie applicate all’agricoltura. In questo, come in altri settori abbiamo ancora tanto da imparare.
L’ iniziativa odierna, quindi -ha concluso il presidente della Giunta regionale- va oltre i confini localistici e regionali e colloca Santa Maria del Cedro e la Calabria in un progetto di più ampio respiro di cooperazione e di relazioni proficue con Israele e con il mondo ebraico. Oggi, da qui, parte un percorso che, via via, dovrà arricchirsi di nuove occasioni di più ampio respiro che dovranno vedere il coinvolgimento del mondo scientifico, degli intellettuali, del mondo imprenditoriale, di competenze ed esperienze reali. Su questo percorso coinvolgeremo anche il Ministero degli Esteri perché questo progetto possa germogliare il seme di un rinnovato e consolidato rapporto tra il nostro Paese e il mondo ebraico, ancor più urgente e necessario in un momento in cui, soprattutto nelle grandi aree urbane del nostro Paese e dell’Europa, si registrano nuovi e preoccupanti segnali di intolleranza e di xenofobia».

 

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